MODIGLIANI E I CIOCIARI

Dopo l’anno testè concluso dedicato in tutto il mondo alla commemorazione di Leonardo del quale, si ricordi, Amleto Cataldi, lo scultore di Roma, ha realizzato una imponente scultura in bronzo collocata proprio nell’isoletta formata dalla Loira ad Amboise di fronte al castello di Francesco I dove si trovano le spoglie, ricorre tra breve il centenario della fine di un altro massimo artista della civiltà occidentale, Amedeo Modigliani, morto in miseria e disperazione nell’ospedale dei poveri di Parigi, il 24 febbraio 1920: due giorni dopo, si assiste all’acme della tragedia: la compagna Jeanne, disperata per la fine dell’amato, si butta giù dal quinto piano con un bimbo in corpo. Ora Jeanne e Amedeo riposano finalmente tranquilli e rilassati, assieme, uno affianco all’altro, nel cimitero Père Lachaise: quando a Parigi, ci si ricordi! Il destino fatale volle che l’artista si spegnesse tre giorni prima della inaugurazione della mostra sulla ‘pittura moderna’, la prima del genere, mondiale, organizzata da Paul Guillaume che si aprì infatti il 27 febbraio 1920 nella celebre Galleria Devambez: segnò il successo e l’inizio della ascesa mondiale di Modigliani! Ma troppo tardi, per lui. Nella mostra assieme a poche opere di Picasso, di Matisse, una di de Chirico, erano esposte dodici sue tele: Paul Guillume era un noto gallerista parigino, il primo protettore e divulgatore delle opere dell’artista, il ‘novo pilota’ come si legge sul ritratto fattogli da Modigliani.

La beffa feroce e disumana è che le opere di Modigliani sono oggi le più costose al mondo e le più ricercate: nel 2018 uno dei suoi ineguagliabili nudi di donna fu venduto ad un’asta per circa 158 milioni di dollari e una sua testa in pietra degli inizi del 1900 quando appena arrivato a Parigi e che aveva finito di scolpire in quel momento, fu acquistata da Augustus John, un artista inglese in viaggio di nozze, che la pagò così tanto che il povero Modigliani con quei soldi comprò, si racconta, un fiasco di vino: un paio di anni fa quella testa dagli eredi dell’artista fu venduta all’asta per circa 77 milioni di sterline!

E che cosa tra Modigliani e la Ciociaria? Più di quanto si immagini. Infatti è sicuro e certo e storicamente inevitabile, che qualsiasi trattazione sull’artista e la sua vicenda terrena sui fatali, fondamentali anni parigini, non può omettere di citare e soffermarsi anche sulla sua relazione con un’altra donna: Rosalie! Chi era Rosalie? una modella, ai suoi tempi affascinante, ora ormai in un’altra fase della esistenza, Rosalia Tobia, con addentellati anagrafici in Picinisco di Valcomino, come il cognome attesta: negli anni belli, modella amata specie da Bouguereau, che ha letteralmente eternato in numerose sue opere: poi, passati i fulgori della giovinezza, aprì una crèmerie, una piccola trattoria, alla Rue Campagne Première 3 a Montparnasse, specializzata in pasti e vini italiani: divenne ritrovo dei lavoratori della zona ma soprattutto di artisti e poeti: Jacob, Apollinaire, Ungaretti in viaggio di nozze, Foujita, Kiki…quando, e non raramente, Modigliani veniva raccolto per la strada ubriaco, magari su una panchina sotto la pioggia o al freddo invernale, qualche amico pietoso che lo conosceva, lo trasportava regolarmente da Rosalie che lo adagiava su una coperta in uno sgabuzzino fino al risveglio: e per lui era sempre disponibile, gratuitamente, un piatto di tagliatelle e un bicchiere di vino. E così tante volte. Modigliani era ospite assiduo di Rosalie, quasi sempre in compagnia delle sue donne del momento e non di rado pagava i pasti con disegni che Rosalie, coltivata nella scuola verista e realista di Bouguereau, non capiva e chiamava: ‘scarabocchi’ pur accettandoli e… si immagini l’uso che ne potesse fare! E così avvenne, così fu! Grande perciò fu il suo rammarico allorché immediatamente dopo la esposizione di cui sopra, mercanti e collezionisti, consapevoli dei loro rapporti, facevano la processione alla sua crèmerie per comprare disegni ed opere dell’artista ma nulla trovavano.

Rosalie amava maternamente il bel Amedeo e ne comprendeva le difficoltà e i disagi. Qui si incontrava sovente con Utrillo, amico e confidente e lunghe erano le conversazioni tra i due artisti in compagnia di qualche fiasco di italico succo, con grandi timori di Rosalie per il pagamento. L’esistenza di Modigliani fu precaria e penosa: la sua scultura prima, la sua pittura dopo, non erano apprezzate né capite, quindi difficili a far circolare. E ardua la sua esistenza, all’insegna della incertezza e della indigenza: lo si vedeva spesso in giro per i locali pubblici di Montparnasse, il quartiere parigino degli artisti, con un mazzo di disegni in mano a cercare di venderli, in cambio di

una bevanda o di qualche franco, a volte iniziava a cantare brani di opere o a declamare versi e poesie: altre volte tirava fuori da una tasca un giornale sdrucito e si estasiava davanti a quella immagine ivi stampata recitando e interpretando, estasiato: era il famoso ciociarello dipinto da Cézanne, “Le garçon au gilet rouge”!

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