Eccezionale incisore e grafico, famoso per le sue costruzioni impossibili e per le sue ricerche sull’infinito, Maurits Cornelis Escher è protagonista massimo a Roma, esattamente a Palazzo Bonaparte infatti è ospitata la più grandiosa monografica a lui mai dedicata, chiamata semplicemente”ESCHER”, e aperta al pubblico fino all’1 aprile 2024.
L’esposizione si rivolge alla produzione e all’originale stile dell’artista olandese, in occasione del centenario della sua prima visita nella Capitale, del 1923.
Una mostra molto dinamica, un evento appunto determinato da metamorfosi, relazioni, pieni e vuoti, vortici, effetti per comprendere completamente la genialità dell’artista famoso per le sue incisioni e litografie, che ha la capacità irripetibile di portare gli spettatori in un mondo immaginifico e impossibile, fondendo arte, matematica, scienza, fisica e design.
La rassegna costituisce un avvenimento straordinario proponendo ai visitatori, oltre ai suoi lavori più noti, le molteplici composizioni inedite mai presentate prima.
La mostra con il patrocinio del Comune di Roma, Assessorato alla Cultura, e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è a cura di Federico Giudiceandrea, uno dei più rilevanti esperti di Escher al mondo e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
“Questa mostra è interamente dedicata alla tecnica, alla bellezza, alle illusioni e ai sogni di uno dei più celebri artisti grafici del mondo. Xilografie, xilografie di testa, litografie, linoleografie e mezzetinte: tutto quello che vedrete è stato realizzato a mano dall’artista, poiché all’epoca di Escher i computer non esistevano. Queste stampe sono la testimonianza della passione di una vita, e ancora oggi procurano immensa gioia a chi le osserva”. Dichiara Mark Veldhuysen, nella conferenza stampa a Palazzo Bonaparte.
Il Maestro dopo aver viaggiato per tutta l’Italia: dalla Toscana alla Liguria fino all’Umbria, dalla costiera amalfitana alla Calabria e Campania, nel 1921 arrivò nell’Urbe dove risiedette per 12 anni, dal 1923 al 1955.
“L a sera (….) disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte, che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno. Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma”.
“A vero dire Escher è una vecchia conoscenza per chi frequenta il mondo artistico romano. Chi non conosce quell’alto biondo pittore olandese, che beve il sole con gli occhi (…). A forza di vivere in Italia non è più olandese fantastico e pur analitico di quando illustrava libri di leggende nordiche”. L’Istituto Storico Olandese gli dedicò un’ultima rassegna, commentata con queste parole dall’Osservatore Romano.
Abitava nel quartiere di Monteverde Vecchio, esattamente in via Poerio, una delle vie più suggestive in un elegante villino al numero 122, in cui visse quelli che lui stesso indicò come i più bei anni della sua esistenza.
In tale abitazione, dove è presente una targa commemorativa affissa sulla facciata, vi era il suo studio ubicato nella torretta che fu raffigurato nella celebre litografia “Mano con sfera riflettente” attualmente in esposizione, e lì nacquero i suoi figli.
Sono presenti anche i lavori generati dall’amore italiano dell’artista nordeuropeo, per il Sud.
Rimase a Roma fino al 1935, allontanandosi a causa del regime fascista per poi trasferirsi in Svizzera, poi nel 1937 a Uccle in Belgio, e infine nel 1941 a Baarn, nei Paesi Bassi. E l’analisi minuziosa ed ossessiva dei cortocircuiti dell’immagine, finalizzata alla crisi dei presupposti reali tangibili della comprensione, attraverso i più evoluti approfondimenti scientifici, si manifesta proprio in tale periodo post italiano.
I capolavori di Escher ci ammaliano mediante una dimensione senza tempo e l’esposizione costituisce pertanto un reale viaggio attraverso la capacità artistica di un esteta in grado di condurre il pubblico in mondi inverosimili e fantastici, con artifici surreali e a volte quasi inquietanti.
Il percorso della retrospettiva sul Maestro a Palazzo Bonaparte, si estende su due piani.
La mostra contiene circa 300 opere, e oltre a quelle più note vi sono anche altre inedite divise in un percorso tematico di otto sezioni che ci consentono di ripercorrere il suo itinerario artistico dagli inizi in Olanda al suo lungo soggiorno italiano.
Le sezioni sono: Gli inizi: Escher inizia sotto l’influenza dell’Art Nouveau, con rappresentazioni naturistiche di fiori e insetti.
Italia: lungo la sua permanenza a Roma l’artista evidenzia la magnificenza della Città Eterna in una serie di xilografie imponenti, attuate a partire dagli schizzi abbozzati di notte in virtù di una torcia e un cavalletto da viaggio.
Tassellature: mediante l’incontro con l’Alhambra a Granada si interessa alle tassellature, che divengono una componente peculiare del suo stile. Geometricamente definiscono i modi di suddividere il piano con una o più forme geometriche ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e senza lasciare spazi vuoti.
Nella IV sezione: Metamorfosi, l’artista esamina le metamorfosi, tramutando figure astratte in forme animate in una spirale di trasformazioni spettacolari. Lo studio delle tassellature e l’esecuzione di cicli e metamorfosi, che possono essere contemporaneamente nella medesima stampa, ad esempio in Ciclo, Giorno e Notte, Rettili o ancora Incontro, portano alla raffigurazione dell’illimitato tramite la suddivisione infinita del piano.
Nella Struttura dello spazio, Escher si allontana dalla rappresentazione euclidea dello spazio, realizzando superfici riflettenti e solidi geometrici. Riguardo la litografia: “Mano con sfera riflettente”, la sfera riflettendo, ha al suo interno tutto lo spazio circostante al cui centro appare proprio colui che la osserva; l’uomo è perciò il centro di questo universo.
Con paradossi geometrici il Maestro esegue situazioni impossibili ma in apparenza coerenti, digressioni nell’assurdo visivo, con una selezione di alcune sue composizioni più celebri: Salire e Scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampa, e Relatività.
I Lavori su commissione attestano l’ecletticità delle sue tassellature, perfetti per migliorare i tempi dello sviluppo creativo mediante l’utilizzo ripetuto di uno stesso elemento figurativo.
L’ultima sezione: Eschermania si rivolge alla risonanza planetaria dell’artista, cominciando dalla popolarità del movimento hippy e della cultura psichedelica. Il Maestro infatti diventa senza volerlo un idioma della libertà mentale del regime opprimente delle regole. Le sue opere derivano dal silenzio di lunghe riflessioni sulla essenza arcana delle apparenze e delle essenze, realizzate anche a Roma.
C’è poi nella rassegna una stanza immersiva con specchi e luci psichedeliche in cui si perde totalmente la percezione dello spazio.
Nei lavori di Escher, quindi, l’ambiguità visiva diviene ambiguità di contenuto, con il risultato che i concetti di positivo e negativo, corretto e scorretto sono intercambiabili. Si rivelano dalle sue composizioni e dalle sue invenzioni numerosissimi interessi e le molteplici fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza.
Malgrado l’iniziale diffidenza dei critici, i lavori grafici di Maurits Cornelis Escher hanno poi raggiunto un successo universale che non ha mai subito flessioni. Infatti dopo la rivalutazione operata dal mondo della matematica anche il pubblico e i critici d’arte si resero conto che Escher sia stato realmente un artista profondo e innovativo, capace di ravvivare schemi estetici antichi e prospettarne di nuovi.
Il grafico Albert Flocon, nell’ottobre del 1965 scrisse sulla rivista Jardin des Arts il seguente commento: “La sua arte è sempre accompagnata da un’eccitazione passiva, dal brivido intellettuale di scoprirvi una struttura plausibile che contraddice la nostra esperienza quotidiana e la mette in discussione”.
L’evento è accompagnato da un catalogo edito da Skira. Una parte dei guadagni provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso sarà devoluta da Arthemisia per l’esecuzione di distinti progetti di tutela della salute delle donne, in collaborazione con Komen Italia, charity partner della mostra.
Escher, famoso a livello internazionale con la sua arte sempre attuale, è decisamente fonte di ispirazione per moda, design, architettura, riviste, pubblicità, film.
“A dieci anni di distanza dal primo incontro, vogliamo celebrare questo incredibile artista, le cui creazioni rimangono a tutt’oggi uniche, insieme agli esperti, agli amici, agli studiosi, ai collezionisti, ai curiosi e ai visitatori che hanno fatto sì che Escher sia asceso irreversibilmente dall’Olimpo degli artisti più amati del mondo”. Iole Siena, Presidente Gruppo Arthemisia.