L’uscita di Morbius rappresenta un ulteriore tassello da parte della Sony verso la creazione di un suo universo cinematografivo. Un vero e proprio “sotto-universo” del più famoso e avviato universo cinematografico Marvel, che ruota intorno al mondo di Spider-Man, personaggio di cui Sony possiede i diritti di sfruttamento cinematografico e che fino a pochi anni fa era persino scollegato al MCU.
Morbius è un personaggio nato sulle pagine di Spider-Man; Michael Morbius ha un problema legato al sangue, ovvero una malattia rara che gli provoca dolori, un corpo debole e un’anemia costante. Super intelligente, decide di dedicarsi allo studio di una formula per guarire il malanno, fino a iniettarsi un preparato che altera il suo DNA fondendolo con quello di un particolare pipistrello. Visto che siamo nell’universo Marvel, però, l’unica cosa che può accadere è diventare una sorta di ibrido umano-pipistrello, una specie di vampiro che però può muoversi liberamente anche durante il giorno.
Morbius, storicamente, è un buon comprimario della serie, che con il tempo si guadagnato anche una serie tutta sua; certo, niente di davvero memorabile, ma resta comunque un personaggio affascinante con una storia interessante da raccontare al cinema, magari uscendo dai soliti canoni vampireschi. Morbius, il film, in effetti ci prova, lesinando su battute e preferendo concentrarsi sull’elemento della dannazione. C’è da dire che il risultato non è stato proprio quello sperato, poichè un malaticcio Leto diventa un ragazzone tutto muscoli, super forte, super agile e super veloce. Certo, deve nutrirsi di sangue umano o rischia la morte, ma appunto: siamo nell’universo Marvel, un super genio come lui quanto ci metterà a ovviare alla situazione per poi prendersi solo i vantaggi di essere un vampiro? Figlio della disillusione degli anni ’70, il Morbius fumettistico era perennemente dannato, condannato a vivere il suo aspetto mostruoso ventiquattr’ore su ventiquattro, a differenza di Jared Leto che passa più tempo in forma umana che altro.
Nussuno sta dicendo che l’idea di base fosse malvagia anzi era piuttosto buona, è stata la sua realizzazione che lascia un po’ a desiderare. andando a giocare su un personaggio che si muove sulla sottile linea tra malvagità ed eroismo, però diciamo che il reparto marketing si è lasciato un po troppo andare e in lontananza si intravedono gli “sparkly vampires” tanto famosi nella scorsa decade. Qualche trovata interessante c’è, ma più nella prima parte del film, quando anche il racconto è ancora un minimo interessante e ci da conto di quelle che sono le reali motivazioni che porteranno alla nascita di Morbius in quanto “supereroe”.
Dalle origini alla battaglia finale ci si arriva passando per una parte centrale dove non succede nulla e il personaggio per ben due volte fa le stesse cose nel tentativo di tenere sotto controllo la sua bestialità. Sembra davvero come se il regista e il montatore avessero deciso scientemente di far vivere allo spettatore un senso di déjà-vu. Jared Leto è l’unico a credere a quello che succede nel film, un po’ meno Adrja Ariona che è costretta a interpretare la donna da salvare, anche lei ferma a vent’anni fa. Dimenticabile Tyrese Gibson, così fuori dalle righe da dare l’impressione di aver sbagliato set.
La colonna sonora c’è dire, ad onor del vero, che è azzeccata, tra pezzi barocchi e beat decisamente più street, cosa che aiuta non poco a mantenere sempre coerente l’atmosfera cosa assolutamente non facile per un prodotto super pop di derivazione Marvel. A conti fatti c’è poco di realmente salvabile il film è rimasto troppo vittima del suo essere collegato ad un universo cinematografico però bisogna anche dire che la sua uscita era prevista per luglio 2020 e ciò ha comportato che venissero fatti dei tagli e cuci non indifferenti sulla pellicola per renderla “usabile” all’interno del Sony Spider-man Universe.