Nella splendida cornice di Villa Borghese si erge il Museo Carlo Bilotti di arte contemporanea ospitato nell’Aranciera, lascito voluto dal noto collezionista di fama internazionale e imprenditore italoamericano della cosmesi Carlo Bilotti.
Una sede con una storia secolare, l’antica Aranciera di Villa Borghese, le numerose trasformazioni nel corso del tempo ne hanno modificato in misura sostanziale sia l’assetto sia le funzioni. Già esistente prima della creazione della Villa Borghese per opera del cardinale Scipione, 1576 – 1633, come abitazione di grande pregio della nobile Famiglia dei Ceuli, lo scrittore Giacomo Manili, nel 1650, parla dell’Aranciera come di un edificio a due piani con torretta, logge coperte, un cortile quadrato dipinto a figure e paesi a graffito colorati con al centro del cortile una fontana a forma di navicella. La costruzione ebbe i suoi fasti più grandi nell’ultimo IV del Settecento attraverso Marcantonio IV Borghese, 1730 – 1800. Egli, infatti, in relazione alle rilevanti variazioni realizzate nella Villa, la fece ingrandire e ridecorare, attraverso numerosi artisti di grande risonanza, fra essi Cristoforo Unterperger e Giuseppe Cades che dipinsero le pareti interne aggiungendo molte tele. Celebre nel Settecento come Casino dei Giuochi d’Acqua per la presenza di fontane e ninfei in stile barocco e vicino al Giardino del Lago con le sue scenografiche composizioni, nelle sale preziosamente ornate e arredate i principi Borghese realizzavano feste ed eventi mondani. Dopo i profondi danneggiamenti per i cannoneggiamenti del 1849, nel corso della difesa francese del papato contro la Repubblica Romana, furono rovinate completamente le sue importanti decorazioni. La struttura pertanto fu ricostruita e trasformata successivamente come deposito invernale degli agrumi. Per tale uso si deve il suo nome. Nel 1903, quando Villa Borghese passò al Comune di Roma, nell’edificio vi erano uffici e abitazioni, accolse poi un istituto religioso e in seguito dal 1982, uffici comunali. La trasformazione dell’Aranciera in Museo ha restituito chiarezza di quello che rimaneva del suo nucleo originario, riutilizzando i vani occultati da tempo e ha ricostruito integralmente, per la prima volta, la storia dell’edificio.
Dopo infatti decenni di degrado e di impieghi inadatti ad uffici, l ‘Aranciera è ritornata centro di svago e cultura ospitando dipinti, sculture e disegni donati appunto al Comune di Roma da Carlo Bilotti. Per presentare il Museo aperto costantemente a nuove tematiche in relazione all’arte contemporanea, accanto alle sale dell’esposizione permanente, nel primo piano, si hanno superfici per eventi temporanei, nel piano terra. Il Museo Bilotti rappresenta un eccelsa cooperazione fra pubblico e privato e la nuova istituzione costituisce un altro tassello dell’esecuzione di Villa Borghese cioè Parco dei Musei, ambito propizio di incontro di arte e cultura.
“Colleziono degli oggetti perché mi danno un emozione sempre nuova”.
Dichiarava in un’intervista il mecenate Carlo Bilotti.
Imprenditore di livello internazionale nel campo della cosmetica e da sempre frequentatore di artisti contemporanei come: de Chirico, Warhol, Lichtenstein, Dalì, de Saint-Phalle, Rivers, Rotella, promosse e collezionò le loro opere. Laureato in Giurisprudenza a Napoli e Palermo lavorò inizialmente nelle cartiere e nelle varie industrie dei genitori Mario e Edvige Miceli dei baroni di Serradileo, andando in seguito a New York per terminare gli studi alla Columbia University, sposando in quegli anni Margaret Embury Schultz. Diventato vicepresidente per l’Europa nella multinazionale Shulton si stabiliva a Parigi nel 1973, ricoprendo poi la carica di presidente della Jacqueline Cochran di New York e di alcuni dei marchi della cosmesi più famosi quali Nina Ricci, Carven e Pierre Cardin. Al di là di Parigi e New York fu partecipe anche nel mondo della finanza e dell’arte a Zurigo, Basilea, Londra. Dopo una vita spesa tra l’imprenditoria e il collezionismo Carlo Bilotti ha portato al pubblico la sua raccolta di opere contemporanee mediante collaborazioni con le città di Roma e Cosenza. Ha vissuto gli ultimi decenni con la moglie ed i figli Eric e Megan tra Palm Beach, New York e Roma. Si è spento a 72 anni, il 17 novembre 2006.
“Le sole cose che restano dopo la nostra morte, sono quelle che doniamo alla collettività, poiché le
generazioni future sono la continuazione della nostra vita”.
Per Carlo Bilotti l’arte è stata una passione con il suo linguaggio universale in grado di raccontare emozioni, attraverso le sue meravigliose donazioni.
La collezione permanente del Museo è composta da 22 opere, dipinti disegni e sculture. La parte più consistente è certamente rappresentata da 18 composizioni di Giorgio de Chirico (Volos 1888 – Roma 1978) fra cui si distingue la scultura Ettore ed Andromaca posta all’esterno del Museo. Tra le altre rappresentazioni i ritratti dei committenti Tina e Lisa Bilotti, 1981, opera di Andy Warhol (Pittsburg 1928 – New York 1987). Si tratta di una raffinata elaborazione foto-pittorica rarissima per il Maestro della Pop Art in quanto ritrae in una singola tela persone diverse: Tina, moglie di Carlo e la figlia Lisa (scomparsa prematuramente nel 1989), unica opera americana in mostra a Roma. Le opere di de Chirico abbracciano un arco cronologico vasto della sua carriera seguito al periodo della Metafisica cioè dalla seconda metà degli anni venti agli anni settanta. Le creazioni più significative dell’artista quali: gli Archeologi Misteriosi, 1926, i Cavalli in Riva al Mare, i Mobili nella Valle o nella Stanza, 1927, i Cavalieri o Guerrieri Antichi, la Donna Nuda di Schiena, del 1930 circa, un ritorno, influenzato da Renoir, al genere del nudo femminile, ancora Interno metafisico con biscotti e Mistero e malinconia di una strada, repliche queste ultime, compiute dall’artista negli anni Sessanta, di capolavori della prima Metafisica. Esposte anche copie tarde dei suoi primi lavori e dipinti ispirati alla linea tradizionale della pittura italiana degli anni Cinquanta come: Autoritratto con testa di Minerva, in cui De Chirico veste un abito da pittore veneziano e Regate storiche a Venezia, influenzato dall’arte del Canaletto. La neofuturista opera di Gino Severini, L’estate, del 1951, è dimostrazione dei molteplici movimenti artistici della collezione Bilotti. La maestosa donna, i cui contorni si perdono nella struttura geometrica quasi astratta, è all’interno di un’insieme di composizioni rivolte al tema delle attività umane collegate alle stagioni, che più tardi Severini rielaborò per il Palazzo dei Congressi all’Eur. Tra le altre rappresentazioni: Carlo con Dubuffet sullo sfondo, dipinto a rilievo del 1994, di Larry Rivers, tra i primi in America a creare ritratti in chiave dissacratoria, Carlo e Tina Bilotti,del 1968, di Mimmo Rotella e un grande Cardinale in bronzo del 1965 di Giacomo Manzù, collocato all’esterno. A questo primo nucleo si sono aggiunte negli ultimi anni opere di: Consagra, Dynys, Greenfield-Sanders e Pucci.
Ma il Museo non è chiuso nel passato artistico del Novecento, esso propone anche l’esposizione di opere di artisti emergenti che fanno riflettere sulla correlazione tra arte e società del XXI secolo.
Roma Capitale festeggia i 15 anni di apertura del Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, 2006 – 2021, per l’intera giornata del 24 giugno infatti i visitatori hanno attraversato la storia di questo Museo con filmati, video, nuove opere e un concerto. Considerevole e pieno il programma, iniziando dai filmati dell’Archivio fotografico dell’Ufficio Stampa di Roma Capitale del giorno dell’inaugurazione del 2006. Il lavoro espositivo è stato dopo sintetizzato nel video Cento di queste mostre!, ideato da Ilma Reho e Ileana Pansino e creato da Emanuela Di Vivona, per la prima volta in visione, come anche il video del Concerto Metafisico di Antonio Ballista, con musiche di Savinio,offerto dall’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo. Sempre per la prima volta mostrate al pubblico, in un’area appena allestita, le composizioni di Marion Greenstone (donazione Cora Hahn), i disegni di Antonietta Raphael (donazione Giulia Mafai) e la cornice originale con il dipinto dechirichiano Regate storiche a Venezia, rappresentazione già presente nella collezione permanente del Museo, (donazione Fondazione Giorgio e Isa de Chirico). Una riscoperta sono stati altresì i due sedili di Pietro Consagra (donazione Vincenzo, Roberto e Edvige Bilotti, Presidente del comitato scientifico), appena riallestiti nei foyer realizzati dall’architetto Monica Zelinotti. I capolavori della collezione permanente in questi anni ampliata di 17 nuove acquisizioni, le mostre nazionali e internazionali a cui il Museo ha preso parte offrendo le sue opere, le circa 100 mostre temporanee accolte, i 291 eventi, i 111 concerti, l’intensa attività didattica: pressoché 600 fra video, visite guidate, laboratori didattici e attività per le scuole, pure in forma virtuale, le riprese cinematografiche, televisive e radiofoniche, gli interventi a manifestazioni nazionali e internazionali, ne hanno reso un luogo dinamico e stimolante, divenuto importante per Roma e i suoi abitanti. Il Museo Carlo Bilotti ha infatti quintuplicato le presenze in confronto agli esordi, ospitando oltre 400000 visitatori. Nel corso della giornata di festa si è potuta ammirare anche la mostra odierna “Arte e Natura. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea”, un percorso nel contesto di “Back to Nature 2021” sulla relazione fra l’arte e la natura con l’esposizione di opere della collezione della Sovrintendenza Capitolina dal primo Novecento ad oggi. In seguito nel pomeriggio, alle 16 e alle 17, si è svolto il Concerto del Trio per archi n. 2 in la minore di Lorenzo Perosi nell’esecuzione della Roma Tre Orchestra Ensamble (Maria Teresa De Sanio, violino; Lorenzo Rundo, viola; Angelo Maria Santisi, violoncello). Il giorno di celebrazioni è stato promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, ricordando anche che il Museo Carlo Bilotti è nel Sistema Musei di Roma Capitale.
La storia dell’edificio, la pregevole collezione e la sua incantevole terrazza immersa nel verde in uno dei parchi più antichi di Roma, ambito storico – architettonico – ambientale patrimonio esclusivo della città, presentano il Museo come il luogo più appropriato ad ospitare eventi di alto livello che coniugano arte contemporanea, raffinatezza e pace nel centro della Capitale.