Il nuovo turismo di lusso viaggia su rotaia. O almeno questa è la scommessa alla base del “Treno della Dolce Vita”, un progetto – una sorta di Orient Express italiano – nato dalla sinergia tra Trenitalia, Gruppo Ferrovie dello Stato e Arsenale Spa, società fondata a fine 2020 da Nicola Bulgari e Paolo Barletta e attiva nel promuovere l’ospitalità di alta gamma nel nostro Paese. La presentazione ufficiale del progetto, è avvenuta lo scorso 15 giugno all’interno della Sala Presidenziale della stazione di Roma Ostiense, in un evento che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei soggetti promotori – ovvero l’amministratore delegato di Trenitalia Luigi Corradi, il suo omologo di Arsenale Paolo Barletta e il direttore generale della Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa – e di un nutrito parterre di figure istituzionali, dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia a quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, dall’assessore ai Lavori Pubblici, Tutela del Territorio e Mobilità della Regione Lazio Mauro Alessandri alla sindaca di Roma Virginia Raggi.
Questi alcuni dei numeri del progetto: cinque treni da 10 carrozze ciascuno dotati di 32 cabine – di cui venti suite e 12 cabine deluxe – e in grado di ospitare, per una durata del viaggio variabile da una a tre notti, fino a 64 passeggeri; 14 le Regioni attraversate distribuite lungo tutto lo Stivale; 128 le città e i borghi toccati dai convogli, con la possibilità, durante la sosta del treno in stazione, di visitare le località medesime e, se lo si desidera, di trattenervisi per poi proseguire il viaggio la settimana successiva al nuovo passaggio del treno; 16mila i km di rotaie coinvolti, spesso su tratte storiche e pertanto non elettrificate, nel pieno spirito, si potrebbe sostenere, dello slow tourism (turismo lento); 10 gli itinerari percorsi, che, lo si vedrà, sono tra gli elementi su cui il Treno della Dolce Vita punta con maggior forza. Destinato a partire attivamente nel gennaio del 2023, nelle intenzioni e nelle aspettative dei suoi promotori il progetto dovrebbe raggiungere l’obiettivo è quello di accogliere 74 mila passeggeri a bordo entro il 2026. Quest’ultimo potrebbe essere anche l’anno in cui, secondo quanto auspicato da Paolo Barletta, potrebbe realizzarsi il sogno di trasportare da Milano a Cortina, appunto su uno dei treni della Dolce Vita, gli atleti e la fiaccola delle Olimpiadi invernali per allora ospitate in forma congiunta nelle due città del Nord Italia.
Se è vero, come spiegato nella conferenza stampa di presentazione da Luigi Cantamessa della Fondazione FS Italiane, che «il Treno della Dolce Vita non è fatto per raggiungere la meta ma è il treno stesso l’esperienza di vacanza», si può allora dire che, più in generale, è l’Italia stessa l’esperienza che si vuole far vivere a quanti viaggeranno sull’esclusivo convoglio. Diversi sono infatti i punti di forza e le eccellenze del Bel Paese che questo progetto intende valorizzare: dalla progettazione delle carrozze, il cui design è curato dal milanese Dimorestudio e i cui interni trasudano made in Italy di altissima qualità – dai dettagli in cuoio dei maestri umbri ai vetri di Murano ai bagni in marmo di Carrara – all’offerta gastronomica di bordo, che mirerà a coniugare l’alta cucina dei maggiori chef italiani – si pensi, rispettivamente, al menù curato da Carlo Cracco per il primo mini viaggio inaugurale da Roma a Civitavecchia di uno dei treni del progetto e ai previsti acquisti di pesce fresco dai pescatori delle città di mare che i treni toccheranno – alle bellezze paesaggistiche di città e borghi d’Italia – come si può vedere dando una rapidissima scorsa ai già menzionati 10 itinerari, che, ad esempio, uniranno Milano e Cortina attraverso la via del Brennero e le vie dell’Amarone, il capoluogo lombardo e Portofino passando per i vigneti del Monferrato e i luoghi del tartufo, Roma e Tarquinia passando per la Val d’Orcia e la via Tirrenica, la Città Eterna e Matera, attraverso la cosiddetta Transiberiana d’Italia nel Parco Nazionale d’Abbruzzo e la ferrovia del Gargano, Palermo e Trapani lungo la costa occidentale della Sicilia.
Se fin qui si tratterà di valorizzare le più consolidate e risalenti tradizioni italiane, il progetto del novello Orient Express guarda infine anche allo Zeitgeist, allo spirito dei tempi e, precisamente, alla sostenibilità ambientale, auspicato vettore di sviluppo, anche economico, del prossimo futuro: si collocano infatti nel segno delle sostenibilità ecologica le scelte operate in questo specifico contesto da Trenitalia, che da un lato produrrà le 50 carrozze previste restaurandone di vecchie altrimenti destinate alla demolizione, dall’altro – in ciò di concerto con Arsenale Spa – si impegnerà in progetti di riforestazione, piantando alberi a compensare le emissioni inevitabilmente prodotte dai treni; lo stesso Barletta ha poi annunciato che dal 2026 si prevede di utilizzare carrozze ibride.