NATURA GAMBIZZATA O ABBATTUTA

In tutta la provincia di FR, non so negli altri capoluoghi, è una caccia spietata e implacabile …agli alberi! Preda particolare sono i maestosi pini che rallegrano anzi rallegravano la vista e ci danno ossigeno: ma gli abnegati e solidari giustizieri non disdegnano le querce secolari possenti, i tigli, i lecci…. Tale perfino lascivia per gli alberi non si è divulgata ed estesa per manutenerli e curare e magari trapiantarli, come ci si aspetterebbe in un contesto di civiltà, bensì per eliminarli, per estirparli e cancellarli: e quando non possono abbatterli per una qualche ragione, allora intelligentemente e sapientemente ne prolungano e rendono la morte ancora più crudele, capitozzandoli cioè privandoli della ramificazione e facendo restare solo il tronco, un moncherino! Viene cancellata perfino la immagine naturale dell’albero, trasformandolo in un pezzo di legno in piedi!!! Ma perché tale sadismo, tale odio provinciale frusinate contro gli alberi, queste creature generose e innocue che ci danno gratuitamente vita e bellezza? Quale spettacolo nell’intera provincia si para davanti a tutti a quelle mani ormai monche che si levano al cielo implorando per il dolore, a quelle sagome mutilate e sciancate che nulla più hanno delle maestose creature che una volta erano, dall’inizio della storia: non c’è nulla ad aver catalizzato l’attenzione anzi la libidine dei sindaci come la caccia ai nuovi untori, agli alberi! Quale penoso spettacolo, quei pini regali abbattuti come cristi in croce lungo la Casilina e altrove e poi quegli alberi che non sono più alberi, che si levano al cielo ischeletriti e sgangherati, come sgangherata e miserevole è la provincia di FR, oggi ancora di più! Nella sua esistenza ognuno di noi sicuramente non ha visto mai una amministrazione pubblica intervenire per curare e controllare lo stato di salute e professionalmente potare, un albero: non esiste, come non esiste verniciare i pali della pubblica illuminazione o una pubblica recinzione o una tabella stradale o manutenere un marciapiede: si aspetta semplicemente che venga il momento -quando arrivano gli attesi e bramati soldi della Regione o dello Stato!!- per eliminare il ‘vecchio’ e rimettere il ‘nuovo’ e così la moneta grande circola! Altro che manutenere! La manutenzione non dà soldi né mazzette! Questa tabula rasa di alberi in provincia nella pregiudizievole indifferenza del prefetto, delle forze dell’ordine, nel pilatismo della magistratura, nella assenza totale anche delle associazioni di protezione della natura e del paesaggio, portata avanti dall’ASTRAL regionale, dalla Provincia e dai Comuni entusiasti unanimi del genocidio, si fonda su una scoperta impareggiabile fatta in provincia di FR, un primato assoluto mondiale: gli alberi sono assassini! Gli alberi ammazzano il bipede! Ci arrestiamo e lasciamo che sia il lettore a sentenziare. Ma sia rammentato che la fortuna vera degli autori e propagatori della notizia degli alberi assassini e del generalizzato massacro e annientamento di queste indifese e preziose creature è che la gente, cioè le vittime, non si rendono conto, lascia fare, ignava e inerte, non interviene, come invece avviene nelle società civili. Questa è la disgrazia, questa è la buona sorte di questi scellerati e scomposti assassini della natura.

Nella sola città di Parigi entro il prossimo anno, 2020, in sei anni, hanno piantato ventimila alberi! E in merito così scrive il sindaco di Parigi: “siccome il clima sta mutando, allora diventa molto importante piantare alberi! Credo che tutti lo abbiano ormai capito. Più verde, più si respira meglio”. Parole troppo semplici ed elementari per essere comprese dai grandi uomini illuminati della provincia di FR, abituati a ben altri discorsi! In questo contesto di tragedia civile e di autolesionismo e di massimo insulto e nocumento verso la comunità da parte di tutte le pubbliche istituzioni della provincia di FR, si distingue ed eccelle la Diocesi che in questi giorni ha provveduto alla piantazione di numerose pianticelle in un terreno del capoluogo all’iniziativa di ”adotta un albero” seguendo gli appelli del Papa. L’eterna lotta dunque tra la barbarie e la ignoranza criminale da un lato e la civiltà e la cultura da un altro.

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