Ancora qualche giorno per visitare, in questo scampolo di agosto, tre mostre ad ingresso libero e poi una ricca lista di esposizioni fruibile nel mese di settembre. Padova, città universitaria e attenta alla proposta culturale per antonomasia – i padovani si fregiano del titolo di “gran dottori”! -, ha molto da offrire.
Fino a fine mese, appunto, nella sede di Palazzo Zuckermann viene presentata una selezione di dipinti e sculture degli anni Venti e Trenta del Novecento, conservati presso il Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Padova e non ancora esposti in modo permanente. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e curata da Elisabetta Gastaldi, conservatrice del Museo d’Arte Medioevale e Moderna, si vuole restituire visibilità ad opere di meritevole interesse in attesa che venga allestita la sezione dell’Otto-Novecento del Museo. Si tratta di una testimonianza del ricco e variegato tessuto artistico della realtà veneta nel periodo tra le due guerre e del costante arricchimento delle civiche raccolte.
Ancora, in pieno centro storico, alle Scuderie di Palazzo Moroni, è ad ingresso libero anche “Rivisitazione Urbs picta”, la mostra degli artisti contemporanei, organizzata dall’Associazione Xearte di Promozione Sociale e Culturale di Padova in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura. L’associazione promotrice dell’evento ha sottoposto il quesito iniziale “Come si possono reinterpretare gli straordinari affreschi padovani del Trecento candidati italiani 2020 a sito Unesco?“ a tutti i propri 150 iscritti, di varie nazionalità, aiutandoli poi a capire l’unicità dei dipinti padovani del Trecento con una visita agli otto siti dove sono conservati, virtuale a causa delle misure di contenimento del coronavirus.Si è quindi chiesto a 30 artisti aderenti di reinterpretare gli affreschi, con linguaggio contemporaneo e stile personale. Le migliori opere sono state sottoposte ad una giuria qualificata, che ha premiato le tre più significative e ha segnalato quelle più interessanti, tenendo conto dell’aderenza al tema e delle capacità tecniche ed espressive. Tutte le opere, prevalentemente dipinti ma anche un paio di sculture, sono esposte con i riferimenti ai dipinti ispiratori ed una breve giustificazione della scelta. Infine, nella carrellata degli ingressi a costo zero, A Palazzo Tondello è stato inaugurato l’atelier IMjiT 3, una mostra dell’illustratore Lucio Schiavon. Il rinnovato spazio al primo piano nobile di Palazzo Tondello, residenza storica in centro a Due Carrare (PD), oltre ad ospitare il laboratorio del marchio si propone come luogo di dialogo con l’arte e il pubblico. In occasione della sua apertura, sono state scelte le tele e i disegni monocromi di grande formato dell’artista veneziano; le due serie esposte ruotano attorno all’essenzialità e alla maestranza del tratto, ma anche al viaggio e alla memoria, richiamando i valori del marchio.
“La città” e “I volti” sono due filoni della produzione di Lucio Schiavon la cui narrativa è caratterizzata dalla sintesi degli elementi distintivi, mediante un codice di linee e forme essenziali. L’idea acquisisce presenza attraverso la mano dell’illustratore, il tratto trova forma direttamente sulla tela, come appunti di un taccuino immaginario. La serie di città e personaggi che trovano spazio nelle sale del palazzo, grazie al loro carattere evocativo portano il visitatore ad interrogarsi sull’identità dei soggetti esposti ed instaurare con loro un rapporto attraverso le proprie memorie. Di fronte ad ogni tela, lo spettatore ritrova luoghi e persone a lui note, perché riprendendo un passaggio di Antonio Tabucchi “Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi.”