Continuando la nostra passeggiata d’arte per Roma con la professoressa Capasso, visitiamo Palazzo Corsini. Sede della Galleria Nazionale, fu costruito per la famiglia Corsini, trasferitasi da Firenze a Roma in seguito all’elezione a Pontefice del cardinale Lorenzo Corsini col nome di Clemente XII (1730-40).Nel 1736 il cardinale Neri Corsini Junior, nipote del papa, acquistò il Palazzo Riario, dove avevano soggiornato Michelangelo giovanissimo e più tardi Cristina di Svezia e ne affidò l’ampliamento all’architetto fiorentino Ferdinando Fuga.
Nel 1883 il palazzo fu acquistato dal Governo Italiano, e divenne sede, oltre che degli uffici e della biblioteca della Reale Accademia dei Lincei, anche della Galleria d’Arte Antica. I Corsini, prima di tornare a Firenze, donarono all’Accademia la bellissima biblioteca di famiglia, una preziosa e copiosa raccolta di stampe e infine una collezione di pitture, che era stata iniziata nel ‘700 dal Cardinale Neri e per la quale erano state sistemate alcune sale al piano nobile dove ancora si trova. Questa collezione formò il primo nucleo della Galleria Nazionale d’Arte Antica, che ora è diviso fra Palazzo Barberini e Palazzo Corsini stesso.
La facciata su Via della Lungara si presenta uniforme e monotona, ma, entrando, ci si trova in un atrio scenografico: il gioco dei pilastri forma come le quinte di uno scenario. La facciata posteriore del palazzo appare più movimentata di quella anteriore e, nel corpo di fabbrica a destra è ancora visibile una parte del vecchio Palazzo Riario.
Il giardino era anticamente molto più esteso e il parco occupava tutta la collina del Gianicolo, ora occupato dall’Orto Botanico. Dall’atrio si sale al primo piano con uno scalone a due rampe di effetto scenografico: attraverso tre grandi finestroni si gode una bellissima vista sul Gianicolo.
Il secondo piano è costituito da una serie di magnifiche sale, già appartamento privato dei Corsini. Qui si svolge l’attività dell’Accademia, hanno luogo le sedute dei Soci e si tengono numerosi Congressi internazionali e nazionali.
Dall’Ingresso si accede alla Sala dei Divani e alla Sala Impero. Seguono la Sala delle Scienze Morali, la Sala delle Scienze Fisiche, da dove si gode una veduta sulla Villa e sul giardino della Farnesina. Seguono la Sala dell’Alcova, la Sala Verde o degli Arazzi, con una serie di arazzi dipinti, che raffigurano episodi della Gerusalemme Liberata, la Sala Rossa, la Sala Gialla, la Sala dell’Orologio, la Sala della Segreteria, la Sala della Cancelleria e infine la Sala della Presidenza con una splendida terrazza che si affaccia sul giardino Corsini, sull’Orto Botanico e sul Gianicolo.
In fondo a via Corsini intravediamo il largo Cristina di Svezia, intitolato alla regina che, convertitasi al cattolicesimo, abdicò e si trasferì a Roma stabilendo nel 1663 la sua residenza nel Palazzo Riario (oggi Palazzo Corsini), il cui grande parco, oggi sede dell’Orto Botanico di Roma, saliva fino al Gianicolo.
Cristina era l’unica figlia del re Gustavo di Svezia e all’età di sei anni succedette al defunto genitore sul trono di Svezia. Fu regina di Svezia dal 1632 (con pieni poteri dal 1650) al1654. Essendo figlia di uno dei massimi campioni del protestantesimo fu motivo di scandalo quando preferì abdicare al suo trono per convertirsi al cattolicesimo nel 1654. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma, occupandosi di opere caritatevoli, di musica e di teatro. Come regina senza regno, protesse molti artisti e progettisti tra i maggiori del barocco romano e internazionale.
Singolare fu la sua attenzione verso il magico mondo delle scienze, sentiero ambiguo e palesemente in contrasto alla posizione della Chiesa di Roma in merito all’Alchimia.
Nel soggiorno romano, Cristina dilapidò interi patrimoni per la sua Distilleria Alchemica, apprezzata così tanto che intorno ai suoi laboratori transitarono studiosi e scienziati di mezza Europa.
L’ex Regina di Svezia studiò, sperimentò la scienza, contornandosi di prestigiosi collaboratori ed incorciando la sua strada con i Rosa croce. Una fucina intellettuale di proposte e presunte scoperte, progettando un osservatorio astronomico per il suo giardino, entusiasta testimone della scoperta del fosforo e invaghita dalle ricerche per la pietra filosofale.
Cristina, detta la Basilissa, frequenta assiduamente anche il Marchese di Palombara, nella Villa sull’Esquilino, oramai perduta nel riassetto edilizio della Roma umbertina, e Francesco Borri, processato dall’Inquisizione e rinchiuso a vita in Castel Sant’Angelo. Del circolo alchemico solo la Porta magica, sita nei giardini di Piazza Vittorio, resta testimonianza, uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi.
La fede cattolica di Cristina, nonostante queste passioni ed i comportamenti ribelli al formalismo liturgico, non è scalfita. Si narra che Bernini in punto di morte a lei si rivolse per intercedere per lui con la preghiera, avvalorando la convinzione che la regina potesse comunicare con Dio.
Le origini dell ́Orto Botanico di Roma risalgono al papato di Nicolò III (1277-1280) con l ́istituzione di un pomerium o verziere, all’interno delle mura vaticane, capostipite degli attuali giardini vaticani. Nel 1660 papa Alessandro VII, affinché l ́Università avesse il suo Orto Botanico, svincolato da quello del Vaticano, donò un ́area sul colle del Gianicolo, non lontano dalla sede attuale. Successivamente, nel 1820, la sede dell ́Orto Botanico fu spostata prima nel giardino di Palazzo Salviati alla Lungara, perché aveva strutture più idonee per la coltivazione delle piante e, nel 1873, dopo l ́Unità d ́Italia, nel giardino dell’ex convento di San Lorenzo in via Panisperna. La sua sistemazione definitiva, nell’attuale sede di Villa Corsini alla Lungara, risale a poco più di un secolo fa (1883), quando la proprietà passò allo Stato, con l’impegno di realizzare la sede dell’Accademia dei Lincei nel palazzo e quella dell’Orto Botanico nel giardino.
L ́area assegnata all’Orto botanico come sua sede definitiva, faceva parte inizialmente di un vigneto, acquistato nel 1492 dal Cardinale Raffaele Riario. La famiglia Riario nutrì sempre scarso interesse per la proprietà pur avendovi fatto costruire un elegante palazzo. Durante la permanenza a Roma della Regina Cristina di Svezia, che lo prese in affitto dal 1659 al 1689, il palazzo e il giardino conobbero un momento particolarmente felice. Il loro periodo migliore è stato però senz’altro quello successivo alla vendita alla famiglia Corsini (1736) ed alla profonda ristrutturazione affidata all’architetto Fuga.
L’Orto Botanico, che si sviluppa nell ́area archeologica delle Terme di Settimio Severo e di suo figlio Geta, è caratterizzato da presenze architettoniche di notevole interesse storico-artistico e ospita collezioni di specie vegetali, coltivate in serra e all’aperto, di elevata valenza (specie rare o a rischio di estinzione) e alberi monumentali. Oggi il numero è valutabile intorno a 3.500 specie.
La zona pianeggiante rispecchia l ́antico assetto del giardino Riario-Corsini, arricchito dall ́impianto esotico delle Palme nel viale centrale e da moltissime specie arboree di notevole pregio. Un giardino dei semplici raccoglie tutte le piante medicinali, dette anche officinali da officina, ossia laboratorio farmaceutico. Nella parte alta, oltre a numerose collezioni di alberi d’alto fusto, è presente una zona particolarmente pregevole con vegetazione mediterranea.
Il giardino giapponese è caratterizzato, secondo un modello orientale, da giochi d ́acqua, piccole cascate e dalla presenza di due laghetti. Durante la primavera, nella stagione del Hanami, vengono organizzate gradite visite e suggestive cerimonie del tea. La collezione di bambù è una fra le più ricche in Europa.
Il giardino degli aromi per i non vedenti, la serra tropicale, le piante acquatiche, il roseto, e le serre completano la collezione.