Patmos, la perla del Dodecaneso sospesa tra Oriente e Occidente

A dispetto del nome, che indica un arcipelago di dodici isole, il Dodecaneso ne comprende 163, di cui soltanto 26 sono abitate. Sospeso tra Occidente ed Oriente, occupa una vasta porzione del mar Egeo e ha di fronte a sé la costa della Turchia. Pur essendo meno turistico e meno celebre rispetto ad altre zone del Paese – si pensi ad esempio alle Cicladi oppure a Creta – questo insieme di isole, bagnate da un mare mozzafiato, presenta molteplici elementi di interesse per i viaggiatori in cerca di acque cristalline, esperienze gastronomiche indimenticabili, ma anche cultura e un pizzico di glamour. In particolare, l’isola di Patmos, dalla quale sono rientrato qualche giorno fa, rappresenta la sintesi perfetta di un turismo interessato all’originalità dei luoghi e distante dalla pazza folla delle località più rinomate. C’è Psili Ammos in testa alla classifica delle spiagge più spettacolari e difficili da raggiungere. Bisogna infatti inerpicarsi su un sentiero che sale su una montagna per poi ridiscendere e godere di un paesaggio che ricorda la ricostruzione filmica dell’Odissea. D’altra parte, Patmos è un’isola mitologica, tanto è vero che la leggenda racconta che fosse nascosta sotto il mare e visibile solo quando Selene, la dea della luna, faceva brillare i propri raggi. Una notte la dea Artemide si accorse dell’isola e la volle per sé. Fu Zeus a farla affiorare dal mare. Ma, la celebrità di Patmos è da attribuire principalmente alla tradizione cristiana, secondo la quale l’apostolo Giovanni, qui esiliato dall’Imperatore Diocleziano tra il 95 e il 100 d.C., ebbe le visioni che portano alla scrittura del Libro della Rivelazione. L’estensore dell’Apocalisse ebbe terribili presagi all’interno di una cava, che è possibile visitare, e nella quale si respira un’atmosfera di grande sacralità. Senza perdersi d’animo, si sale fin su lo splendido villaggio di Chora, popolato di casette bianche, per ammirare il monastero di San Giovanni il Teologo, ma anche l’edificio sede del Comune (Demarcheion), la piccola piazza principale sospesa tra cielo e mare, ed alcune gallerie d’arte molto raffinate. Il cuore delle attività economiche di Patmos è invece rappresentato dal villaggio di Skala, poiché è lì che attraccano le navi ed è lì che è possibile trovare la maggiore offerta di ristoranti, caffe, gelaterie, boutique colorate ed eleganti. Tra le tante cose squisite da assaggiare, segnalo l’ottimo vino locale e la torta al formaggio, oltre ad una cucina di pesce che può soddisfare i palati più esigenti. Il tour dell’isola non potrebbe dirsi completo senza avere fatto un bagno a Petra, una spiaggia di ciottoli colorati che si immergono nel mare con tutte le gradazioni dell’azzurro, o anche ad Agriolivado e a Kambos, perfette per quanti preferiscono la sabbia ai sassi. Ad appena un’ora di navigazione, situata ad Est di Patmos, vi è un altro gioiello della natura, la piccola isola di Lipsi. È una escursione e un vero e proprio “must go”, dal momento che non si può lasciare il Dodecaneso senza avere prima visitato la spiaggia di Platis Gialos: un angolo di paradiso. Il mare è così trasparente da sembrare acqua minerale e si incontrano piccole brigate di papere che fanno il bagno, litigano tra loro e risalgono a riva per la gioia di adulti e bambini. Questo breve racconto di viaggio si ferma qui con l’auspicio di avere fornito alcune indicazioni preziose per visitare un’altra Grecia, il suo cuore più autentico.

Foto tratta da Google Immagini

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