Noi Rete di Donne, organizzazione attiva da oltre dieci anni per promuovere la sinergia fra Associazioni femminili e singole Donne impegnate nella società e nelle istituzioni, al fine di rendere effettivo il principio della democrazia paritaria fra uomini e donne si è mobilitata ancora una volta per manifestare il proprio dissenso verso azioni o omissioni che rendono dicotomica l’applicazione della previsione costituzionale sull’eguaglianza dei propri cittadini e cittadine, senza preclusioni di razza, sesso e religione, e l’effettiva esclusione della partecipazione femminile al governo di questo Paese.
Stavolta nel mirino della denuncia la costituzione di un gruppo di studio sul tema delle pensioni composto da soli uomini. Le numerose Donne professioniste, docenti ed esperte del settore, altamente competenti sulla materia in oggetto ne risultano escluse.
Un tema, quello della previdenza, che ha un forte impatto sulla cittadinanza, ma che, alla luce dei recenti innalzamenti dell’età pensionabile per il genere femminile genera implicazioni sottovalutate sul piano del welfare e della vita privata, familiare e pubblica delle donne.
Non è, quindi, pensabile che valutazioni e decisioni in tale ambito, possano essere valutate in maniera preventiva da consessi monogenere.
In assenza di equa distribuzione tra genere, ma, diremmo, tra ruoli e compiti sociali diversi, il conclave, istituito presso il CNEL, nelle sue discussioni ed elaborazione rischia di non valutare appieno gli effetti di manovre correttive dell’attuale sistema, producendo pareri sul tema pensionistico, secondo un approccio viziato dalla visione tutta maschile della realtà.
Una visione monofocale che non consentirebbe di approfondire con la dovuta attenzione, competenza ed imparzialità, sia la rappresentazione delle specifiche esigenze ed interessi delle donne lavoratrici, sia gli accessi, la partecipazione femminile nel mondo del lavoro e dell’intero sistema socio-assistenziale che ne è strettamente collegato.
La richiesta continua ad essere sempre finalizzata ad un equilibrio di opinioni, interessi ed esigenze, perché “se non è paritaria non è democrazia”