“Ho dentro più ricordi che se avessi mille anni”.
Il titolo della mostra vuole indicare che nella vita si provano emozioni così intense, che ci sembra di aver vissuto più della nostra vera età .
Questa la citazione di Baudelair che ha ispirato Pietro baroni , nel suo progetto fotografico .
Egli esplora questioni sociali legate ai problemi di genere della nostra società . La sua ricerca è orientata all’ investigazione di sé : corpo , identità ed emozione sono le tre parole chiave che usa per la sua ricerca .
44 ritratti , di cui 10 esposti al Leica store di Roma, in cui il fotografo vuole entrare in empatia con le paure ed i sentimenti più intimi e nascosti delle persone che sono davanti l’ obbiettivo, vuole coglierne l’ essenza catture un attimo che mostri le paure , le insicurezze , i pensieri più inconfessabili che ci portiamo dentro tutti i giorni .
Le 10 fotografie esposte sono in bianco e nero su fondo neutro e ritraggono uomini e donne in attimi di riflessione, ciò che ci è tatuato addosso ma che solitamente non viene visto, tramite lo sguardo viene ora reso leggibile .
Pietro Baroni ha chiesto alle persone di entrare in empatia con queste paure per catturarle in uno scatto , tutto trapela chiaramente dal solo sguardo dei soggetti . I personaggi denotano volti pensosi e sofferenti , sembra che cerchino di comunicare con un invisibile altro ma senza successo , privi di comprensione.
Le persone ritratte sono uomini e donne di qualsiasi età , non sono mostrati vestiti bensì nudi , inquadrati tutti all’ altezza delle spalle, questo perché non bisogna concentrarsi su nient’ altro che lo sguardo e sull’ interiorità delle persone; un qualsiasi tipo di abbigliamento avrebbe potuto distogliere l’ attenzione o dirci di più , parlarci della classe sociale di appartenenza dei soggetti o del loro lavoro.
Come scrisse Jung ( psicoanalista ) : “ Il vestito rappresenta simbolicamente il nostro rapporto con il mondo esterno , il ruolo sociale . Difesa necessaria ma insieme apparenza e mascheramento .”
Tutti gli uomini sono sullo stesso piano, sono visti puramente come esseri composti di pensieri paure e dolori .
Questa vuole essere anche una velata critica alla società cosi superficiale e consumista in cui tutti ci uniformiamo , un tempo si faceva distinzione tra anima e vestito , nel mondo postmoderno questo è diventato la nostra anima ed il mondo interno si vanifica .
La bravura ed allo stesso tempo la difficoltà sta nella comunicazione così forte che Pietro è riuscito a far emergere nei suoi scatti , le persone con lo sguardo severo sembra che stiano guardando qualcuno , probabilmente chi ha causato loro questo dolore , si sono esposti a noi senza uno scudo, i loro occhi raccontano e noi davanti una foto ascoltiamo .
La tecnica del filtro verde sul bianco e nero della foto è stata un’ idea ottima per esprime ancora meglio la vera “nudità” in questo caso anche estetica , con questo metodo si creano dei forti contrasti che danno risalto a tutte le imperfezioni, a quei piccoli difetti che nessuno vede ma ci portiamo dentro .
Pietro Baroni con questo progetto ha vinto numerosi premi e menzioni internazionali tra cui : IPOTY, BLACK &WHITE International Award Rome. Lens Culture lo ha eletto nel 2017 come Emerging Photographer of the Years premiando questo progetto .