A poco più di una settimana dall’inizio dell’ATP Cup a Melbourne non si ferma la polemica sulla rigida “bolla” autraliana. Sta succedendo di tutto un po’ e non ci sarà da stupirsi se, con il trascorrere dei giorni, salteranno i nervi a qualcun’altro.
Purtroppo, nei voli di spostamento verso l’Australia, alcuni passeggeri sono stati trovati positivi al loro sbarco, ed i tennisti che hanno viaggiato sugli stessi aerei sono stati messi in strettissima quarantena e senza avere la possibilità di allenarsi.
Così, ancor prima che la “bolla” iniziasse il suo lavoro, il virus era già dentro. Cittadini e governo australiano, che in questi mesi hanno osservato restrizioni molto rigide e più prolungate di quelle affrontate da noi in Italia, sono molto impauriti.
Il risultato è che qualsiasi richiesta da parte dei tennisti è stata rimbalzata, e questo causerà disparità nella preparazione dei tennisti non solo per l’ATP Cup, ma anche e soprattutto per i subito successivi Australian Open.
Purtroppo il protocollo della “bolla” australiana è molto rigido, ma è stato anche molto chiaro fin da subito ed accettato da tutti i giocatori che hanno scelto liberamente di partecipare al torneo del Grande Slam.
Il numero uno del mondo, Novak Djokovic, ha tentato comunque di avanzare piccole richieste per andare incontro ai colleghi sottoposti a quarantena per contatto diretto con positivo, ma la secca risposta negativa non è arrivata dagli organi tennistici australiani, bensì direttamente dalla politica, la quale ha come unica priorità quella di salvaguardare la salute degli australiani dopo mesi di chiusure.
In tutto ciò c’è da dire che i tennisti stanno effettuando le rispettive quarantene in strutture super lusso dotate di ogni comfort ed hanno a disposizione il loro staff, e questo ha chiaramente fatto scattare polemiche di fuoco, senza perdonare nemmeno una parola a nessuno; il primo infatti ad avere tanti indici puntati contro è proprio l’amato “Nole”: il tennista serbo infatti è stato duramente attaccato dalla stampa australiana per le richieste avanzate.
Victoria Azarenka si è lasciata sfuggire una frase un po’ infelice, e la valanga di critiche è arrivata puntuale: “una quarantena stretta di 14 giorni è molto dura da accettare”. Vorremmo ricordare all’ex numero uno che tanti paesi hanno osservato quarantene strette e rigidissime per molto di più di quattordici giorni, di certo non in hotel o appartamenti extralusso e non aspettando di prendere migliaia di dollari anche solo per scendere in campo al primo incontro.
Insomma, invece di avere il tempo di fermarsi e riflettere sulla bellezza della libertà, sull’importanza e la fortuna di essere in salute, di risparmiare le energie per quando sarà il momento di scendere in campo, alcuni tennisti perdono l’occasione per stare zitti e, qualcuno di loro, forse anche il rispetto dei tifosi.
Ad ogni modo i calendari dei tornei femminili e maschili saranno senz’altro soggetti a cambiamenti e annullamenti dell’ultimo minuto e questo 2021 riparte come è finito il 2020. Speriamo che i vaccini ricevano una corposa spinta nella loro produzione e distribuzione al fine di poter tornare alla normalità sotto tutti i punti di vista, non solo per quello che riguarda il tennis professionistico. Una cosa è certa, al tennista spagnolo Bautista Agut, il quale ha definito la “bolla” australiana “una prigione ma con il Wi-Fi”, il vaccino darà l’immunità al covid ma non il buonsenso.