Si è tenuta venerdì 19 scorso l’apertura della mostra relativa al Premioarteborgo presso il Museo Crocetti di Roma. La cornice offerta dalla location conciliava le esigenze sia di prestigio che, non ultime, quelle sanitarie. In effetti gli spazi ampi favorivano un’esposizione molto efficace delle opere e, al contempo, garantivano una discreta distanza tra i presenti, tale da non provocare assembramenti inopportuni…
La prima edizione del Premioarteborgo, curata in prima persona da Anna Isopo, brillante gallerista della capitale, ha visto la partecipazione di artisti da tutto il mondo. Dopo la prima selezione, hanno potuto prender parte al contest finale 20 artisti, con opere pittoriche, scultoree e digitali. La giuria, che vedeva la presenza anche di illustri professori dell’Accademia di belle arti di Roma, è stata presieduta dal Maestro Gianluigi Mattia, uno dei più grandi artisti italiani.
Il primo premio è stato assegnato alla giovanissima artista iraniana Solmaz Vilkachi, che ha realizzato “Plastemia”, una composizione di figure umane chiuse in bottiglie e recipienti di plastica. Il riferimento all’attuale pandemia è puntuale, così come il richiamo all’inquinamento ambientale. La causa? La mancanza di controllo del progresso tecnologico. Al secondo posto si è classificato Gavino Piana, artista sardo autore di un’opera pittorica di grande impatto emozionale. La sofferenza esistenzialista è individuata da una tavolozza dai colori tenui e da bianchi aggressivi che gridano la solitudine. E pleonastica risulta la scritta sul muro: “Dio non c’è”. Infine, le forme architettoniche di volumi materici resi con più sostanze fanno sì che il terzo posto sia appannaggio dell’artista spagnola Mònica Vilert.
La partecipazione del pubblico, pur nei limiti consentiti dalla legge, è risultata numerosa e coinvolta dall’alta qualità delle opere esposte. La ripresa della quotidianità non è lontana e l’Arte, con la “a” maiuscola, ne riduce l’attesa.