Primavera ottocentesca a Forlì: da Hayez a Segantini, e oltre

A partire dal prossimo 9 febbraio, i Musei di San Domenico a Forlì ospiteranno “Ottocento – L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”. La mostra, in esposizione fino al 16 giugno, sembra avere già da ora una (virtuale) fila di curiosi e interessati, estesa ben oltre il circondario forlivese: il lavoro promozionale di “Ottocento”, infatti, è stato eccelso e ha suscitato grande approvazione fin dallo scorso agosto.

Lavoro facilitato, sicuramente, dal fatto che “Ottocento” costituisca una valida prosecuzione della già ispirata attività espositiva del museo romagnolo: il San Domenico ha ospitato nel 2018 “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio”, gran successo che ha toccato il traguardo dei centomila visitatori. Più in generale, la mostra dedicata a Hayez e Segantini sarà la quattordicesima organizzata presso il polo, e già prima dell’apertura al pubblico sembra voler proseguire nella scia dei successi precedenti.

“Ottocento”, coordinata da Gianfranco Brunelli, è un lavoro che intende dare certezze: «mettere un punto fermo sull’Ottocento italiano, dopo le centinaia di retrospettive che hanno indagato questo o quell’autore, questo o quell’aspetto, declinazione o sfaccettatura di quell’importante secolo». Un’esposizione propensa a fare scuola, in un certo senso, ma che non per questo rinuncia ad approfondire le figure di rilievo nella propria singolarità. Non solo Hayez e non solo Segantini, quindi: essi costituiscono solo «i due fuochi, iniziale e finale», che tracciano «un confine simbolico», ma che in fin dei conti non rappresentano che una parentesi popolata da decine di altri pittori – e scultori – della tradizione ottocentesca italiana.

Tra Pellizza da Volpedo, Cremona, Costa, Previati, Cammarano, gli appassionati dell’arte del periodo possono già fare i propri calcoli e porsi una domanda. Riuscirà, “Ottocento”, a mantenere la promessa e raccontare uno spaccato di cent’anni nel modo che hanno inteso i suoi curatori? Bisognerà attendere per saperlo con certezza, ma le premesse sono assolutamente positive.

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