Piazza storica delle manifestazioni politiche, piazza del Popolo è anche una delle piazze più amate dai romani. Immensa e scenografica, situata poco distante dal Tevere, proprio sotto al parco del Pincio e alla confluenza di tre vie dello shopping più importanti di Roma: via del Corso, via del Babuino e via di Ripetta. Questo la rende da sempre piena di vita, ogni giorno dell’anno. L’origine della piazza è poco chiara: una delle ipotesi è che derivi da Populus (pioppo) in riferimento alla tradizione che vuole che ci fosse nella zona un boschetto di pioppi nei pressi della tomba di Nerone. Prima dell’occupazione Napoleonica e dell’intervento dell’architetto Giuseppe Valadier, piazza del Popolo presentava una fisionomia poco omogenea a forma di trapezio e si trovava appunto alla convergenza delle tre strade appena citate che formano il cosiddetto tridente, tutte e tre volute dall’infaticabile opera del Papa urbanista Sisto V e del suo architetto Domenico Fontana. Essa era caratterizzata da importanti preesistenze scollegate tra loro: l’obelisco Egizio al centro, le due chiese gemelle seicentesche di Carlo Maderno a sud ed infine a nord la Porta del Popolo, con a ridosso la fronte della quattrocentesca chiesa di S. Maria del Popolo. Lo spazio era concluso ad est dalle alture del Pincio, colle elevato di 30 m. rispetto alla piazza, e a ovest spazi verdi ed elementi di edilizia rustica. Tra gli anni del governo francese e la Restaurazione fu l’architetto Giuseppe Valadier a trasformare definitivamente l’aspetto di piazza del Popolo. Valadier complessa figura di progettista di singoli edifici e sistemazioni urbane, ma anche attento restauratore di monumenti antichi, si staglia sullo sfondo delle vicende storiche di Roma, dal papato di Pio VI alla Restaurazione. Studioso dell’opera del Palladio e delle contemporanee esperienze francesi, si segnalò come uno dei massimi architetti neoclassici. L’aspetto architettonico e urbanistico della piazza venne rivisto dall’architetto che già nel 1793 aveva presentato un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovute essere ai lati della piazza stessa. Ma con la prima invasione da parte di Napoleone i francesi imposero a Valadier un progetto di “pubblica villa e passeggiata”, che però non potè essere realizzato perché non teneva conto dei dislivelli del terreno tra il Pincio e la piazza sottostante. Dopo un secondo progetto che presentava lo stesso problema, l’opera di sistemazione fu affidata all’architetto Berthault, ma appena i francesi furono andati via da Roma fu di nuovo Valadier a realizzare il progetto della definitiva trasformazione. Grazie al suo intervento, la piazza assunse l’attuale forma ellittica, nella parte centrale, completata da una duplice esedra, decorata con numerose fontane e statue che si protende verso la terrazza del Pincio e verso il fiume Tevere. Il progetto teneva conto anche degli edifici preesistenti, come le chiese di S. Maria del Popolo, S. Maria in Montesano e S. Maria dei Miracoli, dell’Obelisco, di porta Flaminia e di via del Corso. La cui immagine doveva essere esaltata affinchè la loro posizione scenografica suscitasse nel viaggiatore un immediato senso di rispetto per la città pontificia. Valadier continuò la sua opera di rinnovamento sistemando anche la zona delle pendici del Pincio, raccordando piazza del Popolo e il colle con delle ampie rampe a terrazze graduate, adornate da alberi e carrozzabili, terminate nel 1834. La terrazza del Pincio divenne così una delle più celebri passeggiate di Roma, frequentata dal popolo, dalla borghesia, dalla nobiltà, dall’alto clero e dagli stessi Pontefici. Anche suo è il singolare Coffee House (noto come Casina Valadier) che insieme ai giardini del Pincio rappresenta una delle più significative sistemazioni architettoniche e paesaggistiche d’ambito urbano del tempo. L’esperienza compiuta dal Valadier quale architetto municipale di prima classe durante il governo francese, lasciò segni significativi di una ventata di moderna cultura urbana, seppure, secondo alcuni autori a volte legata a un linguaggio palladiano più che neoclassico. Piazza del Popolo è l’ultima grande realizzazione di Roma papale, e la rappresentazione del mecenatismo del Pontefice; essa oltre a costituire l’elegante vestibolo della città, era in passato l’ambientazione di giochi, fiere, spettacoli popolari (da qui partiva la corsa dei “Berberi” durante il
Carnevale), anche se, purtroppo, non mancavano le esecuzioni capitali. Piazza del Popolo è a meritato diritto da considerare uno dei più rappresentativi e storici salotti romani.