Villa Torlonia è una villa di Roma che si trova su via Nomentana, a pochi passi da Porta Pia. Circondata da un parco di 132000 mq, la villa, pur trovandosi in un quartiere decisamente abitato, permette di allontanarsi dal traffico e dalla frenesia cittadina e di godere di pace e silenzio. Dal 1977 Villa Torlonia è del Comune di Roma e dal 1978 è aperta al pubblico. Tra il XVII e il XVIII secolo Villa Torlonia fu la tenuta agricola della Famiglia Pamphilj, nel 1760 passò al Cardinale Girolamo Colonna che la ampliò acquistando i terreni confinanti. Nel 1797 la tenuta fu comprata dal banchiere Giovanni Raimondo Torlonia che la volle trasformare nella sua residenza. La costruzione della villa ebbe inizio nel 1806 su progetto del famoso architetto Giuseppe Valadier. L’architetto trasformò due edifici preesistenti in un palazzo nobiliare e nell’odierno Casino dei Principi. Risistemò il parco, creando viali simmetrici e perpendicolari e abbellì la villa con sculture di arte classica acquistate appositamente. Nel 1832 Alessandro Torlonia, continuò i lavori della villa realizzando la Capanna Svizzera, nucleo iniziale dell’attuale Casina delle Civette. Nel 1840 inizia l’architetto Giuseppe Jappelli la costruzione della Serra Moresca sul lato orientale del parco. Egli trasformò quest’area con viali serpentinati, laghetti e piante esotiche, disseminando edifici e arredi di gusto fantastico tra cui appunto la Serra, la Torre e la Grotta Moresca. Esse furono realizzate per intrattenere a suon di effetti speciali gli ospiti dell’esuberante Principe Torlonia. Il prospetto principale della Serra Moresca è composto da sette scomparti con delle colonne in pietra albana con graffiti moreschi. Tutti gli scomparti sono scanditi da finestre policrome sormontati da colonne esagonali in ferro fuso. L’ingresso è posto sul lato minore dell’edificio con due leoni in marmo ai lati, oggi scomparsi e un arco moresco con frontone con fondo blu e stelle dorate in rilievo e caratteri cufico-tamurei di cui la traduzione in italiano è “IL PRINCIPE D. ALESSANDRO E LA NOBILISSIMA TERESA TORLONIA”. Il soffitto è ligneo con dipinti che sostengono una copertura di vetro trasparente. Jappelli aveva fatto porre sul lato settentrionale un pannello mobile con dei dipinti moreschi, questa parete era già sparita nel 1905 in quanto delle fonti citano delle vasche in travertino in cui l’acqua si immetteva da un’anfora sostenuta da una figura muliebre. La vasca è ancora nello stesso sito, mentre la figura femminile è stata spostata come ornamento di una fontana sita nel prospetto settentrionale del Casino dei Principi. A ridosso della Serra si trovano la Torre Moresca, con vetri variopinti e muri esterni in mattoni e la Grotta, al cui interno c’erano due piccoli laghi, tante piante, stalagmiti e stalattiti, successivamente in gran parte demolita nel 1908. Giuseppe Jappelli scelse lo stile moresco per la realizzazione della Serra forse influenzato dal libro illustrato di James Canavan Murphy “The Arabian Antiquities of Spain” (in italiano “Le Antichità Arabe in Spagna”) pubblicato a Londra nel 1816 sito nella Biblioteca Vaticana e da Jappelli stesso consigliato a Giacomo Caneva suo collaboratore. La motivazione di questa scelta va ricercata nella volontà dell’architetto di riproporre a Villa Torlonia, come per i giardini del regno Lombardo-Veneto, un motivo del periodo di Ludovico Ariosto. Ma la Serra purtroppo ha fatto parlare di sé negli ultimi sette anni per non aver mai aperto i suoi portoni nonostante il suo lungo restauro durato dal 2007 al 2013. La Serra Moresca rientra nel piano di valorizzazione dei Beni della Sovrintendenza di Roma per il 2020, è pronto infatti il nuovo bando per l’allestimento museale per la sua apertura al pubblico. I tempi di inaugurazione secondo gli uffici della Sovrintendenza diretti da Maria Vittoria Marini Clarelli saranno tra primavera e inizio estate. L’idea è quella di aprire il complesso moresco nell’ambito della rinascita di Villa Torlonia, progetto seguito da tutto lo staff responsabile della Sovrintendenza con la totale manutenzione della villa compreso il patrimonio verde. Ci auguriamo che nel progetto di valorizzazione rientrino anche i resti della Grotta Moresca altra meraviglia artificiale. Per la sua destinazione, la bellezza della Serra basterebbe a farne museo di se stessa, negli anni si è parlato di “museo della storia dei giardini” o di ospitare il “museo del giocattolo”, con la storica collezione oggi custodita nei depositi della centrale Montemartini. Un tripudio di stucchi di pietra intagliata, vetri policromi, rosoni a stella, un trionfo di decorazioni in azzurro, giallo, ocra, ecco la Serra Moresca, uno dei tesori di Villa Torlonia assolutamente da visitare.