Il mio sguardo volge lontano. Mi sembra un po’ meglio non mettere troppo a fuoco le situazioni e le sensazioni che mi attraversano. Non è una fuga, ma uno sguardo distaccato per comprendere meglio, da un altro punto di osservazione la stessa cosa. Osservare un panorama da un primo piano e lo stesso da un attico cambia molto! Le emozioni che percepiamo hanno bisogno di trovare un equilibrio tra la rabbia e la paura, la tristezza e la compassione. Imparare ad accettare le diversità, comprendere le difficoltà, sentire ed ascoltare i diversi punti di vista, mantenendo una centratura è un po’ un allenamento che faccio da tempo. Quando però qualcosa ti riguarda da vicino e riguarda chi ami, la musica suona diversamente. È più difficile, ma si può fare. Ho imparato che a volte bisogna agire, a volte alzare la voce e se serve battere anche i pugni. Ma ho imparato anche che bisogna rispettare i modi diversi di pensa e stare fermi! Quando le ferite sono aperte, quando la salute non è proprio delle migliori, non è semplice vivere le cose serenamente! La cosa che più mi sconvolge di questo periodo è la mancanza di attenzione e cura dove si richiede un modo diverso, più protettivo di aiutare le persone malate, soprattutto gli anziani! Quasi sempre la solitudine li accompagna, si perché spesso vogliono restare soli e a casa loro, ma è terribile osservare che l’assistenza che viene sbandierata non sia né quella raccontata dai media né quella promessa dalle autorità! È molto triste questa cosa. La solidarietà è essenziale, ma in questi periodi ancora di più! Che sia volontariato o un servizio a pagamento un aiuto gridato va ascoltato! La malattia e la sofferenza si possono trasformare in forza. La resilienza che vive in ognuno di noi ci dia l’opportunità di diventare persone migliori! E così sarà, me lo auguro con tutto il cuore.