15-6-2020-Roma- tutto pronto al Palazzo Caffarelli per l’esposizione dei capolavori della collezione di Roberto Longhi “Il tempo di Caravaggio”. Proprio al Campidoglio, nei prestigiosi saloni dei Musei Capitolini, sono esposte alcune opere del celebre Michelangelo Merisi e dei suoi seguaci che fondarono la scuola caravaggesca, opere ammirabili fino al 13 settembre 2020. In mostra il famoso Ragazzo morso da un ramarro del Caravaggio, acquistato da Roberto Longhi alla fine degli anni venti, e oltre quaranta opere che mostrano l’importanza dell’eredità di Caravaggio e della sua poesia: dalla Negazione di Pietro, grande capolavoro di Valentin de Boulogne, recentemente esposto al Metropolitan Museum of Art di New York e al Museo del Louvre di Parigi, all’ Allegoria della Vanità, una delle opere più significative di Angelo Caroselli, ad opere di grande rilievo di artisti che hanno assimilato la lezione del Caravaggio, come – solo per citarne alcuni – Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Matthias Stomer, Giovanni Lanfranco.
La mostra curata da Maria Cristina Bandera, direttore scientifico della Fondazione Longhi rappresenta un doveroso omaggio al grande storico dell’arte e collezionista Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970), di cui ricorre nel 2020 il cinquantenario della scomparsa. Nella sua dimora fiorentina, villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche che furono per lui occasione di ricerca. Tra queste, il nucleo più rilevante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci. Longhi rappresenta ancora oggi colui che ha cambiato il modo di vedere il Rinascimento, ha riletto Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e, letteralmente, ha “riabilitato” la figura di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Sullo stesso solco la mostra di “Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio”, a cura di Gianni Papi in corso dal 6 marzo a Palazzo Barberini in Roma, fortunatamente prorogata fino al 1° novembre 2020.
A Genova riapre il Palazzo Bianco di Strada Nuova, con un’intera la sala dedicata a Caravaggio e ai caravaggeschi, con l’ Ecce Homo del Merisi, con il David con la testa di Golia di Simon Vouet e la Salomè con la testa del Battista di Mathias Stomer.
A Napoli, in tempi di pandemia in esclusiva sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo è disponibile il video «Caravaggio» del Museo e Real Bosco di Capodimonte https://youtu.be/HY9rvClxJxY che racconta e approfondisce il soggiorno napoletano del pittore lombardo e l’eredità lasciata nella città partenopea. Proprio a Napoli Caravaggio arrivò in fuga da Roma, dove era stato coinvolto nell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, e visse nella meravigliosa capitale del meridione per complessivi 18 mesi tra il 1606 e il 1610
Un’altra buona notizia da Bergamo, con I musici di Caravaggio. Il rientro negli States , sarebbe stato il 17 maggio, una volta terminata la mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano. E invece I musici di Caravaggio resteranno ancora a Bergamo, fino alla fine dell’estate, grazie ad una proroga del prestito concessa dal Metropolitan Museum of Art di New York, proprietario dell’opera.
Una serie di straordinarie occasioni offerte al pubblico, per godere dell’opere del “pittore maledetto” ed una imperdibile opportunità di studio. Basti pensare che nel 2016, durante la mostra “Intorno a Caravaggio ” alla Pinacoteca di Brera di Milano, (dove alcuni dipinti di Caravaggio vennero mostrati a confronto con quelli del caravaggista fiammingo Louis Finson), si riaprì il caso della celebre opera “Giuditta e Oloferne” finita poi all’asta nel 2019. Il Caravaggio di Tolosa fu venduto in una trattativa privata a una cifra, riservatissima, impossibile da rifiutare. Nulla si seppe sul prezzo e l’acquirente, confermò il mercante francese Marc Labarbe che, dopo il restauro, ne seguì la vendita comunicandone la chiusura dell’affare.
Roma si conferma la città con le raccolte private più belle del mondo. Tra cui la Galleria Borghese che conserva una straordinaria collezione d’arte nata dalla passione del celebre nipote di papa Paolo V.La raccolta di Scipione Borghese è tutt’oggi una delle più grandi dell’epoca: ancora Caravaggio con la celebre “Madonna dei Palafrenieri”, fra i primi capolavori che entrarono nella collezione del potente Cardinale nel 1605, qualche anno prima del sequestro dei dipinti dello studio del Cavalier d’Arpino con il quale il nipote di Paolo V entrò in possesso di 100 quadri.
Insomma possedere un Caravaggio rimane ad oggi nell’immaginario del pubblico e dei collezionisti un’opportunità da sogno. Cinquecento anni fa la sua pennellata fece proseliti ed ancor oggi una sua sola opera (seppur cosiddetta “minore”) è in grado di attirare nei musei migliaia di visitatori laici, collezionisti colti, cristiani, mecenati e gente del popolo: icona immortale dell’umanità si lascerà ancora ammirare con il naso all’insù.