In un piccolo borgo della Tuscia è possibile andare a visitare il paese delle fiabe.
Chiunque vada a Sant’Angelo di Roccalvecce può rivivere tutti personaggi dell’infanzia.
Un luogo fantastico, animato e colorato, nell’area della Teverina che fa parte del Comune di Viterbo, di cui è frazione, al pari di Grotte Santo Stefano, Montecalvello, Vallebona e della dirimpettaia Roccalvecce.
A volte basta davvero poco, un’idea semplice e valida, un pò di arte, fantasia e sensibilità.
Ed è proprio così nasce questo progetto, che in modo inusuale fa tornare a vivere un piccolo borgo dimenticato, in una zona profondamente rurale, tagliata fuori dalle principali arterie stradali, ormai scarsamente popolata in un mondo che va sempre più di corsa e lascia indietro i piccoli borghi e tutte le storie che conservano, e così questa idea è riuscita a suscitare un minimo di attrazione sia per i turisti sia per i viterbesi che non lo conoscono.
Sant’Angelo purtroppo non gode di monumenti di interesse turistico, ed è difficile persino trovare in internet notizie storiche di questo paesino, di cui magari si parla solo qualche giorno a inizio giugno, quando viene organizzata una piccola sagra delle ciliegie, la principale produzione agricola del circondario di cui la vicina Celleno, altra perla nascosta, è portabandiera.
E allora cosa fare per ravvivare la località e far vedere al mondo che il posto esiste?
Qui l’artista Tina Loiodice, curatrice della galleria Spazio 40 a Roma, è già nota per numerose sue creazioni su muro sia a Roma, sia fuori della capitale, su impulso dell’associazione culturale ACAS presieduta da Gianluca Chiovelli, ha dato vita nel 2017 al progetto Sant’Angelo paese delle fiabe inaugurando il primo di vari murales che hanno dato una nuova immagine al paese, rivitalizzando le sue piccole silenziose stradine.
L’idea è stata quella di riempire le vie di una serie di murales che hanno come tema portante proprio la fiaba, intesa nel suo senso più alto: La piccola fiammiferaia, Pinocchio, Il gatto con gli stivali, Cappuccetto Rosso, Alice ne paese delle meraviglie, ma anche le fiabe popolari raccolte da Italo Calvino, le creazioni di Emma Perodi e Gianni Rodari, le leggende classiche, i racconti più noti del fantastico europeo. Un itinerario artistico, storico e letterario che coinvolgerà tutti, grandi e piccoli, turisti e curiosi.
«L’intento principale – spiegano dall’associazione ACAS. che ha fornito materiali di lavoro, colori e logistica e che è da tempo impegnata per la rinascita di Sant’Angelo – è quello di riscattare urbanisticamente il piccolo borgo con un progetto a impatto zero, nulla di nuovo è costruito, solo restaurato e abbellito, in modo da rianimare l’economia locale e divenire, inoltre, un punto di riferimento per tutti gli artisti e artigiani della provincia e della regione».
Anche i bambini di Sant’Angelo sono stati ritratti mentre tolgono il telo e scoprono sé stessi come protagonisti di una dimensione diversa dalla realtà: quello della fiaba, appunto, e dei suoi misteri.
L’orologio del Bianconiglio è posizionato sulle 11.27, ora di inizio della realizzazione dell’opera il 27 novembre.
Segni di vita, dunque, a dimostrazione che è possibile far uscire dall’oblio pure gli angoli più nascosti del nostro territorio.
Le istituzioni ne prendano atto.