Seta è un romanzo dello scrittore torinese Alessandro Baricco pubblicato nel 1996. Racconta la storia di un commerciante di seta francese che, a causa di un’epidemia che colpisce i bachi da seta europei, deve partire per il Giappone, dove vivrà un’esperienza del tutto nuova.
Alessandro Baricco nasce nel 1958 a Torino, dove si laurea in Filosofia.
I primi scritti che pubblica sono sulla musica, grande passione di Baricco. Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli 90 scrive molti articoli di critica musicale e pubblica i saggi Il genio in fuga e L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin.
Nel 1991 esce il suo primo romanzo, Castelli di rabbia, a cui seguirà nel 1993 Oceano mare, con il quale vince il Premio Viareggio. In questi anni lavora anche come conduttore televisivo per diversi programmi culturali della Rai.
Nel 1994 esce il monologo teatrale Novecento, una delle opere migliori di Baricco, da cui nel 1998 il regista Giuseppe Tornatore trarrà un film.
Nello stesso anno fonda a Torino la scuola di narrativa Holden, nella quale si sono formati e si formano tutt’ora molti giovani scrittori italiani.
Nella seconda metà degli anni 90 continua a scrivere romanzi di successo, tra cui spiccano Seta e City.
Negli anni 2000, oltre a continuare la produzione di romanzi, si dedica anche alla scrittura di saggi in cui analizza la società moderna, come Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e il mondo che verrà e I Barbari. Saggio sulla mutazione.
Nel 2008 esordisce come regista con il film Lezione ventuno, in cui riprende un personaggio del suo romanzo City.
Tra le ultime opere di Baricco ci sono Mc Gwyn, Tre volte all’alba e Smith & Wesson.
Seta è un romanzo breve. La sua forma si presenta segmentata e frammentaria, divisa in tanti capitoli brevi. Lo stile di questo romanzo, come delle altre opere di Baricco, è veloce e coinvolgente, con l’uso di frasi brevi e nominali, molti a capo e una forte importanza dei silenzi e delle pause. Una prosa che a tratti si fa poetica e che ricorre spesso anche a effetti di teatralità, come l’uso frequente di dialoghi.
Baricco scrive in terza persona; frasi o lunghe o estremamente corte, utilizzando molti aggettivi; a volte si sofferma sulle descrizioni viste dal punto di vista del protagonista, con quindi aggettivi soggettivi. Usa un lessico molto semplice e il testo è di facile lettura e scorrevole. Nel racconto usa ripetizioni di frasi, come quando descrive i viaggi di andata a ritorno dal Giappone, e flash-back, come quando descrive l’incontro tra Baldabiou e il sindaco o quello tra Baldabiou e Hervè.
. I capitoli sono molti brevi, a volte solo mezza pagina e si soffermano su eventi precisi. Nel racconto Baricco non include descrizioni delle emozioni provate dai personaggi, invece da importanza a descrizioni di eventi, paesaggi e discorsi. Dà risalto a frammenti del racconto scrivendoli in versi.
Si alternano scene descritte minuziosamente a scene che riassumono in poche parole un lungo arco temporale, oppure descrivono con pochi tratti suggestivi un personaggio o un luogo. Molto spesso l’autore fa uso della ripetizione, ad esempio quando descrive il viaggio dalla Francia al Giappone e viceversa sempre con lo stesse parole. Queste frasi ricorrono all’interno del romanzo per creare l’idea di un tempo che torna sempre su se stesso e un’atmosfera irreale e di sogno.
Su questi elementi stilistici, uniti alla scelta di trame particolari e coinvolgenti, si fonda il successo dei romanzi di Baricco. Con questa tecnica l’autore riesce a tenere il lettore incollato alle pagine di questo e degli altri suoi romanzi, con uno stile che, seppur criticato da molti critici, trova tuttavia l’accordo di moltissimi lettori.
Il tema centrale del romanzo è quello del viaggio, tema importante nella letteratura di ogni tempo. Con il viaggio gli scrittori indicano il cammino dell’uomo nella vita, il percorso che ognuno di noi compie dalla nascita alla morte.
A questo Baricco unisce il fascino per l’esotismo e per la descrizione di un mondo lontano e misterioso come il Giappone, un luogo dove non valgono le normali convenzioni della vita. E questo è proprio quello che succede a Hervé che, lontano dal suo mondo, scopre un amore misterioso che lo cattura e lo spinge a tornare più volte a compiere quel viaggio verso i confini del mondo. Una volta che quell’amore idealizzato gli viene tolto, quello che Hervé prova è dolore e malinconia per quella possibilità che non potrà più realizzarsi, salvo poi ritrovare la serenità grazie allo stratagemma ideato dalla donna reale che gli era stata accanto per tutta la vita, sua moglie.