Si concluderà il 12 novembre 2021, al Teatro Tordinona, in Roma, “ SHIT Il virus della verita’ ”. Scene e costumi dai colori vivaci, una funambolica prestazione attoriale caratterizzata da una recitazione crescentemente sopra le righe. Ne abbiamo parlato con gli interpreti: Leonardo Sbragia, Gaia Benassi, Pierre Bresolin e Carlotta Tommasi.
“In questo spettacolo io sono un conduttore di una radio americana, Radio 69. Sono un vero cialtrone, molto pieno di me stesso” –ci racconta Leonardo Sbragia – e mando i servizi dei vari personaggi, tutti vittime di questo virus che fa dire la verità, che man mano si trasformano, impazziscono. Il mio ruolo principale in tutto questo è cercare di tenere le fila di tutti quanti, cercando di capire quello che sta succedendo anche se non lo capisco per niente “. Conclude con un aneddoto a lui caro, ricordando il mitico Gigi Proietti, del quale solo pochi giorni fa ricorreva il primo anniversario della scomparsa: ”Avevo circa 20 anni e facevo il microfonista sul set de IL MARESCIALLO ROCCA, dove lavorava anche mio padre. Venne lui da me e mi disse Ma tu sei il figlio di Mattia? , risposi di si.. Quindi sei anche nipote di Giancarlo? , dissi di si..annuì con la testa e se ne andò…fece due passi, si girò e continuò Ma a te recitare non ti interessa? La mia risposta fu No no, assolutamente no. Molto rammarico non averlo più incontrato… Gigi Proietti è stato un esempio, un grande, forse il migliore”.
E veniamo a Gaia Benassi: “Io sono la conduttrice di questa trasmissione radiofonica d’informazione. Una giornalista d’assalto che assieme al suo compagno forma una coppia di successo di giornalisti affermati . Siamo in una giornata epocale, perché c’è questo virus che sta flagellando il mondo intero e c’è la grande notizia da dare, cioè quella di una cura. Ma lei non fa in tempo, si ammala prima… poi verrà curata ma…”
“Non è stato facile interpretare questo ruolo” – prosegue- “perché anche solo il sentire la parola virus, ormai, può colpire in modo molto serio la sensibilità della gente. Qua cerchiamo di farlo in modo scherzoso, leggero, forse anche per riuscire ad allontanare la paura del mostro” “Che sensazione ho provato, dentro di me, dalla preparazione alla messa in scena? Non mi sono concessa di provare più di tanto”.
Mattatori dei collegamenti dal mondo, Pierre Bresolin e Carlotta Tommasi ci regalano una quindicina di personaggi. Bresolin si divide in sette: ”Mi devo cambiare molto rapidamente, perché ho dei personaggi, uno dietro l’altro , che ho cercato di caratterizzare in maniera molto diversa e che rappresentano un po’ il mondo della politica, dell’imprenditoria, della religione anche, e che dimostrano quali sono gli effetti di questo virus su di loro. Sono anche il dottore francese, un francese particolare, scopritore del vaccino, che si presenta nello studio radiofonico, spiega come è stata scoperta la via di trasmissione del virus e qual è il rimedio da adottare per guarire”
“Sono caratterizzazioni di personaggi, di situazioni”: così ci racconta Carlotta Tommasi le sue interpretazioni. “Sono personaggi estremamente sopra le righe, che però credo rispecchino bene alcune caratterizzazioni esistenti nel mondo. Io penso di avere un po’ di lati di tutti. Sicuramente c’è qualcuno che mi diverte di più”