“Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche, le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano”. Filippo Tommaso Marinetti, dal “Manifesto del Futurismo”.
La secondogenita di Filippo Tommaso Marinetti si chiamava Ala, un nome rivolto all’amore che il fondatore del Futurismo provava per il volo e per la libertà.
Nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli, presso il Campidoglio, tra molta arte e genialità, che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza, sono avvenuti i suoi funerali.
Ala Marinetti aveva già insito nel suo nome una poesia, l’ala di un uccello che volteggia libero nel cielo. Le sue sorelle vennero chiamate Luce e Vittoria, nomi anch’essi futuristi.
Dinamismo, velocità e entusiasmo: il volo di un uccello o di un aereo. Dinamismo, l’aeropittura, l’aeromusica, tutti idiomi del movimento.
Chi l’ha conosciuta la ricorda come una signora raffinata, di cultura, intelligente e piena di vita.
“Bisogna sempre guardare al futuro” spiegava a ottant’anni. “E’ questo il senso del futurismo. Poi si deve essere ottimisti e fiduciosi altrimenti non si mettono in luce le nostri doti migliori. La creatività”. Una concezione contemporanea da condividere totalmente di cui suo padre sarebbe andato fiero.
Inventiva, estro e talento sono stati l’entourage nel quale era nata e cresciuta. Il suo nome celebra la declinazione pittorica appunto del futurismo come manifestazione della modernità propria della corrente marinettiana.
Il fervore per il volo espresso dall’ala è sancito nel Manifesto dell’Aeropittura, un desiderio incontenibile di vivere le forze dell’idealismo cosmico, il carattere meccanico e dinamico dell’aviazione e le forme di lirismo fantastico, naturalistico e spiritualistico ispirate al volo.
Con le sue sorelle Vittoria e Luce portarono avanti e difesero gli ideali paterni. Lei risiedeva nel cuore dell’Urbe, e crebbe nella casa di piazza Adriana riferimento di artisti e intellettuali che costituivano uno stimolo continuo. La grande casa era il luogo di incontro infatti di protagonisti dominati dalla forte personalità dell’uomo nuovo del Novecento.
“Mio padre era molto presente e ci ha trasmesso le regole e l’amore per la vita. Adorava il mare e tutti insieme trascorrevamo lunghi periodi a Capri. Suonava benissimo il piano e a volte mi accompagnava quando provavo dei passi di danza. Poi mi diceva delle cose che sono rimaste all’interno di me stessa: sii sempre corretta con gli altri e coerente con ciò che pensi e provi”.
Ala era la figlia di Benedetta Cappa e Filippo Tommaso Marinetti, determinati da un sodalizio affettivo celebrale, una coppia straordinaria con i quali condivise una vita non comune.
Ala è spirata sei mesi prima della rilevante esposizione sul Futurismo ospitata nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna della Capitale, ricordata dal ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano tra i primi nella basilica ad omaggiarla.
Il movimento culturale, artistico e musicale italiano dell’inizio del XX secolo nonché una delle prime avanguardie europee ebbe una elevata influenza sui movimenti simili che si manifestarono in altri Paesi d’Europa, negli Stati Uniti d’America e in Asia.
I futuristi approfondirono ogni forma di espressione: pittura, scultura, letteratura, poesia, teatro, musica, architettura, danza, fotografia, cinema, gastronomia, animati e codificati dal Maestro.
“Il Tempo del Futurismo. 1909-1924”, la rassegna appunto in programma da ottobre 2024 a febbraio 2025, presenta i maggiori artisti della corrente: Balla, Boccioni, Carrà, Severini, Russolo, insieme ad altri interpreti e con l’ausilio scientifico di Ala e dei suoi eredi.
Ancora sottolineiamo che Filippo Tommaso Marinetti (22 dicembre 1876-2 dicembre 1944), è stato l’indiscusso ideatore e fondatore della insigne corrente con il Manifesto del Futurismo pubblicato sul giornale francese Le Figaro, il 20 febbraio 1909, in cui si celebra il movimento, l’azione, il gusto violento, la guerra e la virilità e il disprezzo della donna e il femminismo.
Celebre a livello internazionale in tutta Europa e in Russia, proprie furono le massime teorie, noti i suoi interventi ed i suoi scritti. Con il suo carisma stimolò tanti letterati nel conseguimento delle loro attitudini, un grande mecenate che sostenne con la sua disponibilità economica numerosi giovani futuristi.
Il nipote Alessio Clerici ha commentato la Ala che ha conosciuto: “La mia Ala è insolitamente espressiva. E’ in grado di parlare con gli occhi o con le sole linee del volto. La mia Ala porta con sé un profumo buono, diffonde eleganza e intelligenza. E’ uno spirito eternamente giovane, sempre al passo con il Nuovo. E’ molto abile nell’individuare e coltivare affetti profondi. Ma non ha mai paura del cambiamento. Ha gusto per la vita e vive per il gusto. La mia Ala non guarda mai indietro. Ma nutre un profondo rispetto per la sua storia e per la storia di famiglia. La mia Ala ha coraggio, ironia, leggerezza e plana sulle cose dall’alto, non ha macigni sul cuore. La mia Ala ha tatto e fare poetico. Stupisce sempre la tenerezza con cui sa esprimere amore. La mia Ala tiene allenata la mente e infiammato il cuore. Oggi il mondo perde un po’ di bellezza, ed è nostro inderogabile compito rendere la sua luce ormai svanita”.