“L’unico momento in cui mi sento vivo è quando dipingo”. Lo ha detto Van Gogh ma è una frase che ben si associa alla filosofia di Simone Piccioni,artista romano contemporaneo che da Van Gogh è partito per arrivare a se stesso.
Nasce nella Capitale Simone,dove vive e lavora. Dopo il diploma presso il Liceo Artistico di Roma frequenta l’Accademia di Belle Arti di via di Ripetta. Inizia la sua arte imitando i quadri di Joan Mirò e Vincent Van Gogh incontrando sulla sua strada il Maestro Gaetano Zampogna,uno dei fondatori del gruppo Artmedia.
Ma nessuno fu più “maestro” di sua moglie nell’ aiutarlo a trovare la sua strada e dopo diverso tempo a dipingere “Notte Stellata”,”Il Caffè di Notte” o “Il Carnevale di Arlecchino” ,arriva la svolta. Nel 2005 inizia ad esporre le sue personali opere prima presso il Museo dell’ Infiorata di Genzano; poi presso la Galleria Le tele tolte a Calcata più tardi presso Il Polittico di Roma. Nel 2015, Promenades Romaines, Biblioteca Angelica di Roma,La deliziosa solitudine a Palazza Sforza Cesarini e nel 2017, Ego Assolvo, Il Frantoio a Capalbio oltre ovviamente a diverse opere collettive e solo per citarne alcune Venti anni, venti x venti, Galleria Il Polittico a Roma, I sette volti di Roma, Natale di Roma a Fontana di Trevi e Roma Silenziosa, Il Polittico, Grand Hotel St.Regis.
Ed è proprio la meravigliosa città di Roma la protagonista di molte sue opere nella sua “Urban Landscape” ,paesaggi urbani dai toni freddi,colori seppiati che seppure con animo inquieto ,fanno emergere i marmi e i bianchi della città.
La città,nei sui quadri,lascia spazio alle prospettive di ampi paesaggi rupestri. Vaporosi filari,sterminate colline,campagne sullo sfondo e il cielo che come un tetto si trova a metà strada tra un senso di protezione ed una inevitabile sensazione di oppressione.
Nell’ultima fatica”Ego Assolvo” in collaborazione con Giampaolo Addari, Simone interpreta i vizi moderni e antichi. le opere fanno riflettere se i famosi vizi danteschi possano essere ancora considerati peccaminosi o se questi abbiano lasciato il passo ad altri fenomeni che rappresentano meglio la distorsione della società: i vizi sono anche “sociali”, ossia hanno un riflesso sulla vita associata, lo sgretolamento e la dissoluzione dei rapporti umani.
Lo spettatore si troverà di fronte a delle immagini che vogliono rievocare le tappe che ogni uomo affronta durante la propria vita con il dubbio se queste debbano essere considerate degli ostacoli o delle soluzioni e con la speranza di trovare la propria “assoluzione” al termine di questo percorso.
Un percorso, è quello che facciamo tutti . Il suo passa dalla città alla campagna e poi di nuovo in città e tra vedute romane e suggestive campagna Simone Piccioni ha trovato lo scopo delle sue pitture: impegnarsi a rendere più bella questa società…e credetemi guardare una sua opera è una fortuna per gli occhi e per l’anima!
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