Speranze, voglia di ricominciare, sogni e dinamismo, ma anche grandi contraddizioni e ambiguità. “Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre” contiene tutto questo; la mostra, che si sviluppa per tutto il primo piano dello storico Palazzo Braschi, a piazza Navona, ripercorre tutto il periodo che va dal secondo dopoguerra al 1961 attraverso testimonianze fotografiche e filmiche. Il ritratto del nostro Paese che emerge dal percorso museale (diviso per temi storici, politici e sociali) è quello di una nazione vogliosa di ricominciare a vivere, di lasciarsi alle spalle l’orrore della guerra, ma anche vittima delle sue contraddizioni ataviche e percorso da laceranti divisioni interne.
L’Italia del secondo dopoguerra è infatti un Paese distrutto dal conflitto. Nonostante questo, i suoi abitanti cercano in tutti i modi di ripartire; trovare il cibo era difficile, ma il desiderio di tornare a vivere una vita normale era più forte di ogni cosa: i matrimoni venivano celebrati in mezzo alle macerie, le famiglie si allargavano, le industrie manifatturiere si espandevano per tutto il territorio. L’Italia si avvia a essere una delle principali potenze economiche del mondo, con crescite del PIL irripetibili e uno sviluppo industriale senza precedenti che darà lavoro a migliaia di famiglie; le arti rifioriscono, con Cinecittà che diventa l’epicentro di un “risorgimento culturale” trainato dal Neorealismo e dai suoi interpreti e con la nascita dei festival della canzone; i nostri prodotti vengono esportati in tutto il mondo, ponendo le basi del mito del Made In Italy . A questo quadro positivo fanno da contraltare la rigida morale sessuale, la povertà diffusa che costringe ancora tanti italiani a prendere la strada dell’immigrazione, gli scarsi investimenti sulla cultura (vista come secondaria al cieco sviluppo economico, con tutti i danni che ne conseguiranno): se i ricchi avevano tutte le porte dell’alta istruzione aperte, ai poveri non era concessa nemmeno la possibilità di andare a scuola, e solo figure illuminate come Don Milani tentarono di far invertire la rotta prima della riforma della scuola dell’obbligo del 1962.
La mostra, allestita da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia con il contributo di numerosissimi archivi storici (fra i quali spiccano l’Istituto Luce e CSAC dell’università di Parma – prossima città dove si terrà questa mostra – ), ha il merito di raccontare senza perbenismi e moralismi di sorta la storia di un Paese che, pur nelle sue enormi contraddizioni, ha trovato nell’estro dei suoi cittadini la forza per “sorpassare” le difficoltà.
Box informazioni:
Luogo: Museo di Roma
Durata: dal 12 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019; giorni di chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
Orario: dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00 la biglietteria chiude alle ore 18.00
Informazioni: tel. 060608 tutti i giorni ore 9.00 – 19.00
Organizzazione Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Istituto Luce-Cinecittà e Zètema Progetto Cultura.