Squid Game La serie evento

E’ stata rilasciata da Netflix la serie koreana Squid Game che ha ottenuto un successo a livello mondiale entrando di diritto nelle serie Netflix più viste al mondo. Ma da cosa nasce questo successo? Oggi cercheremo di analizzare la serie per cercare di capirlo; ovviamente no spoiler

Partiamo dall’elemento base, Squid Game non ha una scrittura originale, il format proposto è stato più volte ripreso in diverse opere ma il suo punto di forza è proprio questo, narra una trama conosciuta in maniera cruda, disturbante ma soprattutto realistica. Ebbene sì, il punto forte di Squid Game è proprio il fatto che racconta una storia così assurda che potrebbe essere vera.

Nel corso di ogni puntata lo spettatore è messo di fronte all’evoluzione dei personaggi che sono scritte non solo con un criterio logico ma anche con una forte volontà di mettere a nudo quelle che sono le reali scelte che una persona potrebbe prendere in quelle date circostanze.

La cruda verità mostrata con un ottima regia mantiene lo spettatore incollato allo schermo con una crescente ansia mista a desiderio di sapere cosa accadrà nella puntata successiva. Inoltre l’intera serie offre allo spettatore, anche alla prima visione, tutte le risposte alle domande che si pone, andando poi però a spiegarsi anche da sola. Creando un delicato equilibrio che rende Squid Game godile sia agli spettatori più scrupolosi che a quelli che si perdono all’interno di quella che possiamo considerare una pietra miliare per quanto riguarda le produzioni per il piccolo schermo del mondo asiatico.

Definirla serie è quasi riduttivo alla fine si tratta di una bellissima storia narrata in 9 capitoli, quasi un film che tiene con il fiato sospeso lo spettatore nell’incertezza della sua trama. Ancora non ci sono novità su di un eventuali seconda stagione ma visto il successo ottenuto dalla prima ci sono molte probabilità che il sequel non tardi ad essere annunciato e viste le diverse trame lasciate sospese ci sono buone speranze per ottenere una seconda stagione all’altezza, se non addirittura superiore, alla prima.

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