STUDIO OTHER SPACES DI BERLINO. THE DESIGN OF COLLABORATION.

Fino al 17 gennaio 2021, al Kunst Meran Merano Arte è presente la prima mostra in Italia dello studio Other Spaces (SOS), studio fondato a Berlino nel 2014 dall’artista danese Olafur Eliasson (Copenhagen, 1967) e dall’architetto tedesco Sebastian Behmann (Hannover, 1969), curata da Christiane Rekade. L’obbiettivo dell’esposizione è quello di mettere in relazione arte e architettura, attraverso progetti architettonici interdisciplinari e d’avanguardia ed opere d’arte nello spazio pubblico. L’approccio sperimentale creato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann nasce dopo anni di collaborazione per rispondere alle esigenze espositive di oggi anche in maniere più sostenibili e meno onerose. Nella mostra The Design of Collaboration sono riuniti una serie di progetti, oggetti, prototipi e modelli ideati in seguito allo studio dei fattori climatici e degli elementi naturali locali. Ogni aspetto dal design alla produzione, fino anche all’utilizzo dei singoli manufatti, nasce dalla cooperazione con artigiani ed esperti del luogo, privilegiando il dialogo continuo con l’ambiente. La collaborazione è infatti il filo conduttore che per lo studio Other Spaces tiene insieme tutto, spazi e persone, capaci di mantenersi vivi l’un l’altro. Spazio urbano e condizione atmosferica, percezioni sensoriali e sostenibilità ambientale, luci e riflessi del paesaggio, spazi della mobilità fisica, studio dei materiali sono alcuni degli ambiti nei quali si muove la ricerca di SOS. La sfida è visualizzare e presentare i processi di individuazione delle forme, la ricerca, gli sviluppi digitali e le discussioni tra i vari collaboratori, che alla fine caratterizzano i progetti SOS. Il percorso espositivo accoglie un’istallazione site – specific realizzata per l’occasione e presenta una serie di progetti, modelli, prototipi, oggetti e altro, in grado di fornire una panoramica completa delle ricerche svolte dallo studio. Per Merano, Olafur Eliasson e Sebastian Behmann hanno formulato una nuova, sostenibile e attuale presentazione dei loro lavori, diversa dalle modalità espositive dedicate all’architettura, che interpreta quei processi d’indagine formale, di ricerca, di sviluppo digitale, ma anche di discussione tra diversi soggetti coinvolti, caratterizzanti le opere dello studio Other Spaces. La rassegna è divisa in tre sezioni, tutte dedicate al tema della collaborazione: nella prima sezione un archivio digitale permette ai visitatori, tramite proiezioni VR, di muoversi virtualmente all’interno degli ambienti e degli spazi esterni del Meles Zenawi Memorial Park ad Addis Abeba (2013 – 2020), un progetto nato dalla cooperazione tra Berlino e la capitale etiope. Questo parco è dedicato alla memoria della storia recente, ma anche alle prospettive future del paese africano e in particolare alla figura del primo ministro Meles Zenawi ed è pensato come un ampio paesaggio da esplorare a piedi. La seconda parte della mostra è dedicata alla produzione e al design di oggetti e modelli creati per il Lyst Restaurant che si trova al primo piano del Fjordenhus a Vejle, in Danimarca. Questo edificio iconico di Olafur Eliasson e Sebastian Behmann, progettato in collaborazione con lo studio Olafur Eliasson, ha contribuito alla fondazione stessa di SOS. A emergere sono nuove concezioni, collegamenti tra spazi e oggetti, incrociando materiali di alta qualità con semplici lavorazioni e un’estetica unica. La cooperazione tra esperto e design dà il via a un’altra interazione, quella con gli utenti, che possono servirsi di oggetti semplici come ad esempio il grill del Lyst Restaurant a disposizione di chef e ospiti e che, grazie al supporto della Talking Waters Society, è stato replicato per la mostra al Kunst Meran in una forma appositamente riadattata e sarà utilizzato in occasione delle iniziative collaterali che si terranno al museo. La terza sezione si basa su una stretta collaborazione tra SOS e l’azienda di Bressanone Frener & Reifer, specializzata in sistemi di facciata innovativi. Nell’atrio di Kunst Meran Merano Arte è proposto un modello ispirato al progetto Common Sky che SOS sta realizzando per la Albright – Knox Art Gallery di Buffalo. Grazie a Frener & Reifer, una complessa rete di tubi in acciaio e superfici triangolari in vetro riflette il cielo di Merano all’ingresso dello spazio espositivo, istallazione site – specific, realizzata in stretta collaborazione con alcune realtà locali. Anche in questo caso idee e concetti sono stati ripensati assieme a specialisti e adattati alle specificità del luogo, al fine di creare, attraverso un dialogo intenso, un’opera significativa e sostenibile, con l’obbiettivo di contenere il più possibile le emissioni di CO2 e i costi di viaggi e di trasporti.

 

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