E’ stata inaugurata “Supervisione”, un itinerario a cura del mecenate e collezionista d’arte, proprietario dei Palazzi Costantino e di Napoli, Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona che, come ogni anno dal 2000 commemora la patrona di Palermo in essi.
Un percorso che si sviluppa in maniera complessa tra i cicli di affreschi barocchi dei maggiori artisti palermitani del Settecento relazionandosi con l’arte contemporanea.
L’esposizione è anche un omaggio alla città dando l’opportunità di visitare gratuitamente due dei suoi più rilevanti palazzi, scenari primari della festa di Santa Rosalia.
Quarantadue artisti da tutta Italia sono giunti nella città per celebrare infatti la patrona per officiarla con composizioni a tema. Un reale esempio di collaborazione tra pubblico e privato.
Spiegano i promotori: “Oggi la stratificazione del tempo restituisce le cicatrici architettoniche, ferite ricevute dall’immobile nel tempo, percepibili come “lacune”. Queste diventano occasione di cura e bonifica attraverso l’arte nei giorni dedicati a Santa Rosalia. L’atmosfera decadente e sfarzosa conferisce al luogo unicità ad un senso di struggente romanticismo nel quale si apre un dialogo visivo tra passato e presente”.
La mostra collettiva “Supervisione”, ha inaugurato anche il nuovo anno sociale del Distretto Rotaract 2110 Sicilia e Malta, diretto dal gelese Gianni Battista Cauchi. Il progetto di servizio annuale sostenuto dal rappresentante Distrettuale in carica dal 1° luglio scorso, ha voluto evidenziare il multiculturalismo e la valorizzazione delle stratificazioni e delle minoranze culturali.
La collaborazione tra il curatore della rassegna Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e il distretto Rotaract ha origine per iniziativa di Federico Toscano, Presidente della Commissione “Cultura” distrettuale, il quale comincia il suo mandato mediante la promozione del territorio e della cultura palermitana.
I lavori presenti nelle preesistenze architettoniche contraddistinguono il passaggio del carro della Santuzza ai Quattro Canti. Santa Rosalia ha riscattato la città liberandola dalla peste, una cura rievocata ogni anno in relazione all’arte al seguito della tradizione palermitana.
A metà del Quattrocento, infatti, Alfonso d’Aragona radunò a Palazzo Sclafani i piccoli ospedali cittadini in un grande e innovativo plesso che con approccio olistico fece affrescare da artisti catalani e provenzali. Una committenza reale senza precedenti tra temi grotteschi di profonda intensità verso la persona, oltre alla patologia specifica.
Il 14 luglio vi è stata la rievocazione storica e il 15 quella religiosa. Al crepuscolo, le reliquie portate per le strade di Palermo in processione, sono arrivate in Piazza Vigliena con un peculiare rituale toccando le facciate dei Quattro Canti dalle quali si divide la città nella sua quadripartizione.
Il passaggio delle ossa della Santuzza è stata il motivo simbolico per la vicenda di questo miracolo, attuato da una visione multipla di sorpresa e incanto.
L’esposizione è una trattazione innovativa fra arte, scienza e tecnologia, un’evoluzione culturale ed estetica del rapporto progresso-uomo-ambiente. Una riflessione sull’impatto della tecnologia e delle scienze sull’arte, sulla cultura e sul linguaggio contemporaneo.
Ricordiamo anche la precedente rassegna “Manifesta”, ubicata nella Cavallerizza barocca colonnata.
A partecipare alla collettiva “Supervisione”, appunto citiamo ben quarantadue artisti che si distinguono per talento e innovazione creativa intervenendo con istallazioni ed interventi site-specific.
Marco Affaitati, Giulia Apice, Andrea Aquilanti, Elena Bellantoni, Marco Primo Bernardi, Flavia Bigi, Stefania Galegati, Alessandro Calizza, Canecapovolto, Lorenzo Cappella, Giorgio Dante, Chiara Dynys, Luigi Cittarella, Davide Dormino, Iginio de Luca, Gianni Dessì, Teresa Emanuele, Roberto Ferri, Carlo Alberto Floridi, Giovanni Gaggia, Laura Gianetti, Federica Griesi, Loredana Longo, Adele Lolito, Ignazio Mortellaro, Cristallo Odescalchi, Innocenzo Odescalchi, Flavio Tiberio Petricca, Roberto Pietrosanti, Donatella Pinocci, Francesca Romana Pinzari, Vettor Pisani, Nicola Pucci, Danilo Quintarelli, Pietro Ruffo, Giuseppe Salvatori, Maurizio Savini, Ignazio Schifano, Maddalena Scuderoni, Riikka Vainio, Delphine Valli, Mario Zito.
Significativa è la splendida rappresentazione del pittore romano Carlo Alberto Floridi intitolata “Finestra # 7”, acrilico su tela 100×50 cm. del 2023, che si identifica attraverso la sua personale interpretazione nell’intensità dei colori con la profondità e la ricchezza della celebrazione della patrona del capoluogo siciliano. La bellezza delle tinte del suo dipinto determinano contrasto con la fatiscenza e al contempo con la sfarzosità di Palazzo Costantino, creando innovazione e contrapposizione artistica.
Con i propri lavori sono venuti a Palermo anche altri artisti della Capitale, alcuni della scuola di San Lorenzo, la celebre Factory romana. Dal quartiere proletario di Roma, un edificio della cosiddetta archeologia industriale, l’ex Pastificio Cerere, è l’ambiente entro la quale un gruppo di artisti dagli inizi degli anni Ottanta, ha dato origine ad una dei poli più vitali dell’arte contemporanea.
Un percorso iniziato con la “Scuola Romana” alla “Scuola di San Lorenzo”. Nel 2019, venti di essi con 55 composizioni si sono anche riuniti nel Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese per commemorare Paolo Aita, scrittore e critico d’arte e musicale adesso parte della permanente del Museo d’Arte Contemporanea “Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona” nel Castello di Rende.
Si è poi potuta vedere la sezione video della mostra con la partecipazione degli artisti: Elena Bellantoni, Giovanni Gaggia, Stefania Galegati, Loredana Longo e le opere di Ignazio Mortellaro.
Ancora esposte le opere-ponte fra mondi distanti, discipline separate, estetiche e linguaggi contrapposti, ed i progetti con le periferie esattamente con gli adolescenti di Brancaccio.
Parliamo anche di Donatella Pinocci, con “Infinito e Finito”, installazione audio e video che fa rivivere l’antica Cavallerizza colonnata di Palazzo Costantino. Il progetto simula la presenza sonora tridimensionale dei cavalli immateriali creando la suggestione della passata funzione dello spazio.
Dal 2000 Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona con la compagna Cesira Palmeri di Villalba, hanno consolidato la collaborazione tra pubblico e privato nell’istituzione e nella gestione dei musei nelle città di Roma, Salerno, Cosenza e Rende. Palermo è stata arricchita con prestigiose donazioni: 200 opere alla GAM al Sant’Anna, tra cui lavori di Lo Jacono, Leto, Novelli, disegni di Hirst e l’imponente abbraccio di Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico.
Nello scalone di Palazzo Sant’Elia vi sono le statue di Domenico Gagini e Ugo, il gruppo marmoreo di Lorenzo Bartolini Maddalena Pallavicino e figli, che hanno passato il testimone delle Egadi ai Florio, fino alla porta di Pietro Consagra, di Mazara del Vallo. Alla Regione il rilievo parietale marmoreo dei Marabitti si trova al museo lapideo di Palazzo Ajutamicristo.
Quello di Roberto Bilotti è un percorso personale e professionale che, dal rapporto stabilito con le istituzioni pubbliche, ha generato una rete museale che si relaziona con le realtà locali realizzando una articolata entità culturale diventata riferimento nel centro-sud d’Italia.
Lo zio Carlo Bilotti, laureatosi a Palermo, è stato tra i più rilevanti collezionisti della sfera internazionale che, da Presidente di Pierre Cardin, Nina Ricci, e altre case cosmetiche, arte e imprenditoria divenivano nuovo linguaggio creativo per pubblicizzare i prodotti in virtù di committenze ardite e intuitive.
Insieme hanno gestito le opere e organizzato esposizioni con capolavori provenienti dalla collezione Bilotti, tra cui: “Warhol verso de Chirico”, “Da Picasso a Warhol” con lavori di Boccioni, de Chirico, Morandi, Severini, Picasso, Chagall, Dubuffet, De Kooning, Twombly, Klee, Kandinsky, Kiefer, Calder, Leger, Lichtenstein, Matisse, Mirò, Moore, Rauschemberg, Tapies, Warhol, Saville, Hirst, di cui una parte musealizzate.
Ancora menzioniamo a Roma il “Museo Carlo Bilotti”, a Cosenza il MAB, “Museo all’Aperto Bilotti” e la “Casa delle culture”, il Mam “Museo arti e mestieri” della provincia e due sezioni nella “Galleria Nazionale di Cosenza”.
A Rende, nel contesto del progetto “Borgo dei Musei” ha creato il “Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona Arte Contemporanea” nel castello aragonese e il “Museo delle ceramiche” e la sezione futuristi nel “Museo del Presente”.
Sempre con la compagna ha promosso talenti palermitani, dando spazi gratuiti come sede a Dimora OZ, laboratorio di arti visive, performative e multimediali, luogo transdisciplinare in cui lavorare, alloggiare e poter esporre le produzioni di giovani artisti.
In conclusione, 42 artisti espongono in tali ambienti sofferenti, presentando ognuno la nota distintiva del proprio lavoro che nella partecipazione suscita entusiasmo, godibilità, celebrazione della festa, e una esortazione sul bisogno di recupero di questi palazzi per una ripartenza verso il futuro tramite l’idioma di Santa Rosalia.