La serie del 2018 “L’alienista” ricostruisce il clima estremamente peculiare degli ultimissimi anni dell’Ottocento in una New York rigata di vizio e violenza, in cui superstizione e sofferenza, mescolandosi, creano dei veri e propri demoni destinati a flagellare l’esistenza, anche se a varie intensità, di una città che si rivela ancora troppo acerba per comprenderli a fondo.
La serie consta di due stagioni, dedicate rispettivamente alla storia di un emarginato divenuto assassino di giovani prostituti e alle vicende di una giovane infermiera che, privata di sua figlia quando ancora era una neonata, rapisce altri bambini per accudirli, nutrirli, e, infine, avvelenarli.
I protagonisti della serie sono l’alienista ed esperto di psicologia Lazlo Kreisler, l’illustratore di giornale John Moore e la giovane ed intraprendente Sara Howard, prima donna a lavorare al distretto di polizia di New York, tutti e tre legati dal desiderio di comprendere il motivo per il quale un uomo possa trasformarsi in un brutale assassino. Un altro elemento che lega indissolubilmente i tre protagonisti principali è il modo in cui convivono con il proprio passato, che attraverso i casi dei quali si occupano talvolta riemerge, minacciando la loro obbiettività e il loro presente.
Il primo ad aprirsi riguardo la propria storia è John Moore, personaggio estroso e privo di equilibrio, perennemente in bilico tra vizi e integrità: vissuto in un contesto familiare inospitale e freddo, è attraverso l’eccesso che ricerca la propria identità.
In secondo luogo, veniamo a sapere dei tragici trascorsi di Sara Howard, segnata dal contrasto tra l’idillica infanzia e la scomparsa del padre, morto suicida. Il fatto che il suo personaggio si contraddistingua per serietà e ambizione è frutto pertanto di una colpa che si autoinfligge da sempre e che le impedisce non solo di vivere come le altre ragazze newyorkesi della sua età, ma anche di desiderare ciò cui loro aspirano maggiormente, ossia le nozze e una famiglia.
Per ultima, anche la storia dell’alienista Lazlo Kreisler viene svelata. A differenza delle altre, questa viene accuratamente nascosta dal protagonista, il quale arriva a mentire circa la sua menomazione al braccio pur di non lasciar trasparire il traumatico lascito che l’evento che gliela causò instillò in lui. È attraverso una breve indagine collaterale che la verità emerge: partendo da un’affermazione di Lazlo circa uno spartito di pianoforte che aveva suonato da ragazzo, Sara e John apprendono che non si trattava affatto di una malformazione ma dell’irreversibile conseguenza di una torsione del braccio ad opera di suo padre. Tutte queste realtà narrate nel corso della serie tratta dall’omonimo romanzo di Caleb Carr intessono un legame profondo e struggente tra il presente e il passato di ogni personaggio: ogni storia riaffiora in modo diverso ma tutte, come nella vita, plasmano la realtà di chi le ha vissute.