Tutti vogliono essere Orfeo

In questa piccola rubrica sulle rivisitazioni moderne del mito di Orfeo e Euridice non potevano mancare i versi di Louise Glück, poetessa, saggista e accademica statunitense, considerata uno dei massimi esponenti della poesia americana. Vincitrice del premio Pulitzer per la poesia nel 1993, del National Book Award nel 2014 e insignita del prestigioso titolo di Poeta Laureato degli Stati Uniti, Louise Glück diventa una delle voci poetiche più apprezzate nel panorama contemporaneo, motivo per cui l’anno scorso le è stato conferito il premio Nobel per la letteratura, essendosi distinta, secondo l’Accademia di Svezia, “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Lute song fa parte della raccolta Vita Nova (1999) in cui ritroviamo diverse poesie dedicate al mito di Orfeo e Euridice: Eurydice, Relic, Lament, Lute Song e Orfeo, tutte incentrate principalmente sul tema della convenzione letteraria artista maschile – musa femminile, ripreso dalla tradizione critica femminista, per cui «Nessuno vuol essere la musa; alla fine, tutti vogliono essere Orfeo». Orfeo non può salvare Euridice come non può salvare sé stesso attraverso la sua poesia, che però sopravvive nella forma del ricordo; il destino della ninfa, la cui esistenza è subordinata all’ardente spirito di Orfeo, è invece l’oblio.

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