UN PERCORSO ESTETICO NELLA SCULTURA DEL NOVECENTO

UN PERCORSO ESTETICO NELLA SCULTURA DEL NOVECENTO

Via Crispi 27, a pochi metri da piazza di spagna .

Queste le coordinate per raggiungere la Galleria d’ arte moderna di Roma Capitale (già galleria d’ arte moderna e contemporanea) .

Si parlò molto mesi addietro della nota mostra dal titolo “Donne”, mostra tutt’ ora visitabile in questa sede , ma molta meno visibilità hanno avuto le opere del secondo allestimento .

Sculture del novecento Italiano : un percorso estetico

I primi anni del novecento vedono nella collezione un consistente nucleo di sculture acquistate presso le esposizioni della società degli Amatori e Cultori di Belle Arti , che recepiscono i nuovi linguaggi espressivi e con essi l’ ansia di modernismo .

È proprio negli anni 20 , periodo storico italiano di relativo e momentaneo ritorno all’ ordine, che la statua torna ad essere protagonista.

Mito della romanità : desiderio di ordine , disciplina e gerarchia una forte coesione di queste tre doti va a caratterizzare le statue del periodo fascista dando ad esse quell’ accento di romanità .

Di grande interesse sono anche le opere degli anni 40 e 50 , dove possiamo ammirare statue che ad oggi sono viva testimonianza dell’ avanguardia.

Le opere sono di due artisti : Susanne Kessler e Paolo Bielli

La prima gioca tutto sul tema iconico dell’ uomo forte, tema molto sentito negli anni 30 per via del fascismo il quale predicava non solo un ritorno alla vita contadina , ad i valori familiari , alla crescita demografica ed al patriarcato , ma incitava anche gli uomini allo sport ed alla perfezione fisica .

Questa perfezione estetica , fatta risaltare dai tipici tratti dell’ uomo robusto e sano , è evidente nelle statue che l’ artista sceglie per il suo progetto : Italo Griselli Romolo, Ercole Drei Il Seminatore ,Griselli Prometeo , queste le statue in bronzo che sono state usate per INTERVENTO II .

Intervento II ; l’ idea consisteva nel legare insieme Romolo , il seminatore e Prometeo . Nel 2019 l’ artista aggiunse cerchi di ricami, ricamando la pianta di Gerusalemme , triangoli di plexiglas, specchi , rete da pesca, fili di ferro e nastro .

Questi sono posizionati direttamente sulle sculture maschili andando a coprire ad esempio la spada di Romolo , gli arnesi del pescatore , in questo modo le figure maschili pensate come uomini dominanti verranno “trasformati” in uomini che ricamano pazientemente .

Un riscontro con il mito di Penelope ma anche con l’ immagine dell’ angelo del focolare che nell’ immaginario collettivo era a casa a ricamare mentre attendeva il marito o i figli.

Nella chiostrina è invece esposta la Mappa di nudi , costituita da 14 pezzi , l’ opera sarà installata sopra la testa della scultura femminile di Marini , per indicare come ad oggi la donna abbia l’ intero mondo nel suo raggio d’ azione .

Paolo Bielli è il secondo artista in mostra . Egli con i colori bianco e nero che dominano le sue opere , affronta il tema di vuoto/ pieno ed il concetto di dualismo .

Nel rincorrersi di bianco/nero , luci/ombre, pieno/vuoto Bielli finisce anche per rafforzare l’ effettivo vuoto che è , del resto, insito nell’ umanità, come conseguenza dell’ immedesimarsi su se stesso di tale dualismo.

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