Fiore all’occhiello di casa Sony, Tom Holland è tornato di nuovo sul grande schermo: sembra quasi che non se ne sia mai andato, protagonista del film prequel dell’omonima serie di videogiochi, Uncharted sembra aver lasciato una nebbia di neutralità dietro di sé. I fratelli Nathan e Sam Drake condividono la stessa passione per la storia, i misteri, l’avventura e i tesori nascosti. Separati dopo alcune circostanze nell’orfanotrofio dove vivevano insieme, Nathan riesce ad avere notizie del fratello perduto solo dopo diversi anni, grazie a un cercatore di tesori di nome Sam. Legati insieme da un destino fatto di mappe e fughe a gambe levate, la strana coppia si ritrova in un ancor più strano trio a dover combattere contro spietati cacciatori costantemente sulle loro tracce.
Se da una parte le colonne sonore hanno regalato tuffi al cuore ai fan con il joystick tra le mani, dall’altra poco altro sembra essere degno di nota per critiche ed elogi. La chimica fra i personaggi di Nathan e Sully sembra funzionare, le dosi di romanticismo non mancano, e Braddock, interpretata da Tati Gabrielle, non si lascia di certo porre in ombra da Sophia Taylor nei panni di Chloe Frazer.
Aldilà del legame che lega indissolubilmente il film ai videogiochi, Uncharted risveglia i brividi che si provavano davanti all’ultimo film di Indiana Jones, o alle avventure della saga di The Librarian. Una storia d’avventura fuori dagli schemi, ma senza la parte fantasy: un connubio di echi fra l’Isola del tesoro, I viaggi di Gulliver, Pirati dei Caraibi e un pizzico di fantascienza per reggere l’idea che due galeoni del XV secolo possano essere sollevati incolumi da terra da due elicotteri.
Che Uncharted segni la rinascita di un genere che sembrava ormai spento?