Uno, Dieci, Cento Verdone

Roma – Si intitola Uno Dieci Cento Verdone il libro che attraverso cento fotografie scattate da Claudio Porcarelli celebra i 40 anni di carriera dell’attore e regista romano Carlo Verdone (nato nella Capitale il 17 novembre 1950).

Il volume raccoglie ritratti, foto scattate sui set o in studio, backstage, e tanti scatti rubati, ed è realizzato in collaborazione con Banco BPM in uscita nel 2019.

Le prime 3.000 copie del libro saranno distribuite in omaggio per festeggiare questo importante anniversario, ma in progetto c’è anche l’uscita del volume nelle librerie con un editore.

Una splendida carrellata tra gli storici personaggi ideati e interpretati da Verdone, una serie di celebri “macchiette” davvero tanto amate dal pubblico italiano, come Furio e Mimmo di Bianco, rosso e Verdone, Oscar Pettinari di Troppo Forte, passando per Armando Feroci de Il gallo cedrone, fino al prete missionario Carlo Mascolo de Io, loro e Lara, ma anche tanti e tanti altri storici e celebri personaggi tanto amati dal suo pubblico.

Un progetto artistico che nasce con la voglia di celebrare il genio comico assoluto di Roma che a partire dal suo primo film Un sacco bello nel 1980, fino all’ultimo, Benedetta follia del 2018 ha saputo raccontare tic e manie, vizi e virtù di noi italiani.

Un omaggio al genio artistico profondo osservatore e instancabile pedinatore della realtà, che ha saputo rappresentare pregi e difetti del nostro paese e dei nostri connazionali, raccontandoli attraverso i suoi molteplici personaggi in maniera comica e drammatica, seria e allegra, dissacrante e leggera.

Soggetti spesso legati visceralmente in qualche modo alla sfera femminile, sempre fortemente presente nei suoi film, personaggi che l’attore ha rappresentato nelle loro mitomanie, che hanno nascosto sempre fragilità, perché a differenza di Mastroianni, Sordi e Gassman i cui uomini erano dei conquistatori di donne, anche se codardi e furbacchioni, quelli di Verdone sono nati nel periodo del femminismo, dove l’uomo è stato messo all’angolo del ring, e la donna era un essere diverso da come ci appariva, più forte dell’uomo che era sfiancato, come tutti i suoii personaggi.

La presentazione del libro si è svolta nella cornice di Palazzo Altieri, dimora storica di un’altra icona del cinema italiano, Anna Magnani, e durante l’evento Verdone ha raccontato di aver voluto dedicare il volume alla mamma, la prima persona a vedere l’attore che si nascondeva in lui: “questa colorata galleria fotografica è dedicata a mia madre Rossana, la prima persona che credette in Carletto come attore, incoraggiandomi ad affrontare il mio primo importante e terrorizzante spettacolo teatrale nel 1977 con un calcio nel sedere: ‘Vai in scena, fregnone! Perché un giorno mi ringrazierai…’, e infatti non c’è giorno che non la ringrazi”.

“Carletto nazionale” racconta di aver avuto la fortuna di esser cresciuto in una famiglia che lo ha sempre stimolato a guardare, e così curiosando nel suo quartiere osservava i personaggi di zona, il mobilaio, il rigattiere, l’alimentari, il vetraio, fino a quando ha scoperto la capacità di catturare il DNA di chi aveva davanti, tanto che dichiara: “mamma mia in quante anime me sò calato, mi sono spersonalizzato tante volte, mi bastava sentirli parlare e atteggiarsi per risalire al loro carattere, è come se avessi avuto dentro un furore creativo in cui mi annullavo completamente nel personaggio che andavo a fare, ed ero sicuro, perché non li ho mai provati, provare per me significa morire, significa essere accademico. Io penso che la mia forza sia stata la naturalezza”.

Il libro è stato anche un modo per non disperdere il materiale che l’attore romano ha raccolto in tutti i suoi anni di carriera.

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