Urbino celebra Raffaello e il galateo con una mostra davvero elegante e autentica

Dal 18 Luglio al 1 Novembre, nelle sale del Castellare del Palazzo Ducale della città di Urbino, sarà presente la mostra “Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della civiltà di corte”.
Urbino decide di affrontare così il post quarantena, offrendo una mostra di altissimo livello sia per i nomi dei curatori, Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti, sia per le opere esposte; organizzare un evento di questo calibro, considerando i problemi logistici che si sono dovuti fronteggiare per i prestiti delle opere, la dicono lunga su quanto sia stata ferrea la volontà di tutti gli attori partecipanti nel poter offrire al pubblico la possibilità di ammirare opere e costumi del periodo.
Il progetto è stato realizzato anche grazie alla promozione della Regione Marche, del Comune di Urbino e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello.

Il percorso della mostra consta di sette sezioni dove le opere esposte si mescolano con la tecnologia, al fine di immergere il visitatore in contenuti multimediali ed ampliare così il racconto espositivo; racconto che parla non solo della vita di corte nella città ducale di Urbino nel ‘500, ma anche di due immensi personaggi che hanno reso possibile l’affermazione della cultura rinascimentale italiana in tutta Europa: Raffaello e Baldassarre Castiglione.
Amici oltre che artisti, il primo pittore e architetto natio di Urbino, il secondo per un periodo ambasciatore del Ducato.

Raffaello è legato ad Urbino dalla sua infanzia, dai suoi primi amori e dalla bellezza della città, culla del Rinascimento italiano, allora come oggi.
Unire il nome di Raffaello e quello di Baldassarre Castiglione serve a rendere omaggio al grande apporto che hanno dato queste due immense figure al Ducato di Urbino ed al movimento rinascimentale.
Baldassarre, con l’opera “Il cortegiano”, ha esportato in tutta Europa i valori ed il modello ideale della corte dell’epoca, tanto che il titolo venne tradotto in spagnolo, portoghese, francese, inglese, tedesco e polacco.
Sono esposti anche manoscritti, antiche edizioni ed opere del periodo ma trovano ampio spazio anche vestiti e costumi, le armi sia per la guerra vera e propria che per i tornei che venivano organizzati dalle corti.

L’organizzazione della mostra ovviamente rispetta le normative anti-covid, pertanto è richiesta la prenotazione obbligatoria e gli ingressi sono contingentati a 15 persone ogni 30 minuti.

Insomma, non c’è un motivo per non recarsi ad Urbino ad ammirare, non solo una delle perle delle Marche, ma una mostra che ne racchiude tre.

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