Dall’autunno fino a primavera, i colori di Vincent Van Gogh illumineranno Padova. L’Autoritratto con il cappello di feltro, Il seminatore, Il postino Roulin, L’Arlesiana sono solo alcuni dei capolavori del pittore olandese che arricchiranno la grande mostra, che verrà inaugurata il prossimo 10 ottobre al Centro San Gaetano di Padova. “Van Gogh. I colori della vita” è il titolo dell’esposizione a cura di Marco Goldin che presenterà al pubblico 125 opere, di cui 78 del solo van Gogh e le altre di artisti che hanno intrecciato, per diversi motivi e in diversi momenti, il loro percorso creativo con quello del pittore olandese, tra cui Delacroix, Courbet, Millet, Hiroshige, Kunisada, a volte direttamente come Seurat, Pissarro, Signac, Guillaumin, Bernard e naturalmente Gauguin. A questi si aggiunge Francis Bacon, di cui saranno esposte tre tele, per indicare come la figura di van Gogh sia stata di ispirazione anche per i grandi autori del Novecento. Attraverso 5 sezioni (Il pittore come eroe; Gli anni della formazione. Dalla miniera di Marcasse all’Aia; Da Nuenen a Parigi. Un colore che cambia; Un anno decisivo, 1888; Di lune e nuvole. Van Gogh e la fine del suo viaggio), la mostra si propone come la più grande esposizione mai organizzata in Italia dedicata a van Gogh, di cui verranno ricostruite e raccontate le vicende di vita e d’arte. La mostra – promossa da Linea d’Ombra e dal Comune di Padova e con la collaborazione del Kröller-Müller Museum e del Van Gogh Museum – verrà accompagnata dal libro di Marco Goldin, “Vita di van Gogh attraverso le lettere”, edito da La nave di Teseo.
Un’esposizione che dunque non si ferma a una visione esclusivamente monografica, ma, come ha detto il curatore “presenta l’opera del grande artista olandese con tanti approfondimenti non così usuali da vedersi, e in questo modo colloca quell’opera meravigliosa entro non abituali confini. Dai due anni nelle miniere del Borinage in Belgio, al tempo nel Brabante olandese, fino agli anni francesi che la mostra indaga in modo approfondito”.
Di qualche giorno fa è la notizia che 5 ulteriori capolavori di Van Gogh sono stati concessi alla mostra di Padova. Sono nature morte già destinate a un’esposizione in Giappone. In ordine di esecuzione, il primo dei 5 dipinti è la “Natura morta con mele e zucche” creata da Van Gogh nel settembre 1885. “Si tratta di uno degli ultimi quadri dipinti a Nuenen in Olanda, prima che l’artista si trasferisse ad Anversa e poi a Parigi. È un quadro in cui, al pari di certi paesaggi contemporanei, si accendono i primi colori luminosi”, anticipa il curatore. Davvero curioso il dipinto dedicato alle “Aringhe affumicate”, su cui Van Gogh si è impegnato nell’estate 1886. “In quest’opera, nonostante l’immersione nel colore che l’artista stava vivendo a Parigi, i colori fondi e scuri olandesi ancora dominano la composizione”.
Con “Rose e peonie” del giugno 1886, “i colori si aprono quasi in una sinfonia che modifica già di molto l’intonazione cromatica”. E il passaggio ulteriore verso il colore nuovo è evidente nella monumentale e bellissima “Natura morta con fiori di campo e rose”, del 1886/1887. “Si tratta della natura morta di più grande formato mai dipinta da Van Gogh, dove soprattutto il rosso ormai esplode nella sua ricchezza e sontuosità”, annota Goldin.
Infine, “Fiori in un vaso blu”, opera del giugno 1887. “In questo quadro la transizione cromatica è ormai compiuta, memore anche della ricerca puntinistica derivata dalla pittura di Seurat. Van Gogh è pronto per la sue esperienza provenzale che comincerà di lì a pochi mesi”.
Per cui la mostra del San Gaetano, arricchendosi di questi dipinti potrà dare perfetto racconto di quel fondamentale momento di passaggio, tra 1886 e 1887 a Parigi, in cui Van Gogh, al contatto con le migliori espressioni dell’arte moderna, abbraccia quell’immagine di sé che lo renderà per sempre riconoscibile.