Gel per le mani più liquidi e maleodoranti del previsto, mascherine strette sul naso e distanze di sicurezza sempre troppo scomode da rispettare. Non ci sono scene che tengano: uno starnuto nel bel mezzo della proiezione insospettisce anche lo spettatore meno attento. La 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, eccellenza nella selezione di opere provenienti da tutto è il primo appuntamento mondiale ad aver riaperto le porte dopo uno dei periodi più bui degli ultimi decenni. Fortemente voluto dal presidente della Biennale Roberto Cicutto e dal direttore Alberto Barbera, la Mostra è stato il «primo passo coraggioso» – come afferma la madrina del Festival Anna Foglietta – verso la riapertura di eventi cinematografici in tutto il mondo. «Anche per l’estero siamo un esempio, unico e speriamo ripetibile», ha riferito il direttore alla stampa.
Non sono mancati i fan delle star che, nonostante il muro di protezione che non ha reso godibile il red carpet, hanno potuto vedere, se pur di sfuggita, i propri beniamini entrare nella passerella. Sul tappeto rosso hanno sfilato star nazionali e internazionali con abiti più o meno criticati, ma c’è anche chi ha usato il red carpet per raccontare altro. Giulia De Lellis, influencer molto seguita dai giovani, ha mostrato l’acne davanti ai fotografi; Alessio Boni si è presentato con in braccio un neonato, il piccolo Lorenzo di appena un anno mentre Matteo Salvini, non in veste politica ma in quella di «un uomo innamorato», ha scambiato un bacio con Francesca Verdini.
Un’edizione scintillante come sempre, ma con più consapevolezza e umiltà. Nonostante sia certa la forte diminuzione degli accreditati e la radicale discesa del pubblico in termini numerici poco importa perché il coraggio, la passione, la dedizione e l’amore verso l’arte del cinema si è dimostrata, ancora una volta, senza limiti. Un’edizione valsa come un primo, lungo e doveroso passo verso la ripartenza. In fin dei conti, è andata tutto bene.