Il prossimo 25 marzo, Venezia compirà 1600 anni. Fondata tredici anni dopo l’arrivo dei Veneti in laguna, secondo la tradizione venuti dalla terraferma, in fuga dai Longobardi, esiste tuttavia anche il mito di Antenore, che fuggito da Troia in fiamme sarebbe approdato in laguna prima di spostarsi all’interno e fondare Padova. Si tramanda, inoltre, che l’atto della fondazione della città si ebbe con la fondazione della piccola chiesa di San Giacomo di Rialto, denominata San Giacometto dai veneziani, che è considerata la più antica della città.
E proprio il ponte di Rialto, il Rivus Altus, in occasione del Natale si “veste” a festa, grazie alle videoproiezioni, con immagini che richiamano vicende e protagonisti della storia veneziana. L’accensione è avvenuta ieri sera, 5 dicembre, dall’imbrunire a tarda serata, e la speciale illuminazione di protrarrà fino al 31 dicembre. L’iniziativa è promossa dal Comune di Venezia assieme a Vela Spa: si tratta, come spiegato da Vela in una nota, di una rassegna di grandi interpreti – da Vittore Carpaccio a Jacopo de’ Barbari, da Antonio da Ponte a Vincenzo Scamozzi al Canaletto – che hanno progettato o raccontato quel punto nevralgico di commerci e di scambi che unisce le due sponde del Canal Grande. La narrazione, a cura di Etra Comunicazione di Alessandro Toso Fei, si chiude con un brindisi simbolico al nuovo anno. «Tradizione e innovazione sono le parole chiave di Venezia, tanto più per questo Natale 2020 – ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro -. La città vuole ripartire, nonostante i mesi bui che sta affrontando: l’avvio, anche attraverso questa installazione, delle celebrazioni per i suoi 1600 anni, dimostra la sua forza resiliente. Vedere uno dei simboli della città diventare protagonista di questo Natale rappresenta un importante omaggio alla storia di tutti i veneziani». L’iniziativa è realizzata con la partnership del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc nell’ambito del progetto “Natale di Luce 2020”; hanno collaborato la soprintendenza e la Camera di commercio. Venerdì pomeriggio, inoltre, é stato acceso anche l’albero di luci che illuminerà il Natale di San Marco, con la cerimonia dell’illuminazione dell’opera dell’artista Fabrizio Plessi. «L’installazione – ha spiegato il vicesindaco Andrea Tomaello – dona una luce di speranza, è un segnale di ripartenza e di resistenza della città. Sarà un Natale sottotono ma questa scultura dimostra che Venezia non si arrende, noi vogliamo dare il segnale che ci siamo». Anche l’artista Fabrizio Plessi, subito dopo l’accensione della sua scultura, ha rilanciato il suo messaggio: «In un momento in cui tutta l’Europa è spenta e isolata, il mio omaggio a Venezia è una luce “digitale”, una luce nuova. – ha detto -. Quello che i cittadini potranno ammirare è l’albero della vita che vuole simboleggiare il cielo che si congiunge alla terra. Un altro aspetto importante è che i percorsi e i flussi d’oro, ognuno differente dall’altro, convivono perfettamente con quelli opposti. Un’opera democratica e tollerante, fondata sulla convivenza di tutti gli aspetti della vita». Il percorso luminoso da piazza San Marco si snoda fino alle Procuratie Vecchie e Nuove, poi lungo lungo calle XXII Marzo per arrivare infine a campo Santa Maria del Giglio.