La Costiera Amalfitana è immersa in un’aureola di magia e di colori: il blu cristallino del mare, il verde rassicurante dei boschi e il giallo acceso dei limoni, dominano incontrastati tutto ciò che l’occhio umano può scorgere. E tutti questi colori sembrano convergere in un luogo ben preciso, Vietri. Da oltre un secolo, infatti, Vietri è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di ceramiche, rendendola uno dei fiori all’occhiello della Costiera Amalfitana. Tutta la Costiera Amalfitana nei secoli si è imbellettata con le ceramiche di questa cittadina: vicoli, strade, case e locali che grazie alle ceramiche hanno reso questo posto unico al mondo. Un aspetto che diventa stile, e che potremmo chiamare Amalfitano. L’arte della ceramica vietrese, oltre che fonte di un enorme patrimonio economico, è l’espressione evidente di una forma di artigianato fantasioso, capace di cogliere i colori e le sfaccettature del paesaggio della meravigliosa Costiera: si tratta di oggetti di decoro, lavorati interamente a mano e la cui tradizione viene perpetrata da artigiani residenti in piccoli borghi marinari. Questi deliziosi elementi di arredo, abbelliscono non solo le suppellettili domestiche, ma anche le strade di paesini affacciati sul mare, dando vita ad un’atmosfera vivace e colorata. La storia della ceramica vietrese, secondo i ricercatori, ha inizio già nel V secolo a.C., nel periodo etrusco. Le ceramiche, però, iniziarono ad aver successo intorno al 1200, quando divennero le protagoniste indiscusse delle fiere ad esse dedicate. Nei secoli successivi, la qualità è sempre migliorata, ma la vera svolta è avvenuta durante il periodo fascista. Molti tedeschi ebrei, infatti, scelsero la Costiera Amalfitana per rifugiarsi, offrendo ai locali affreschi e opere d’arte in cambio di un tetto. Le tradizioni così si mescolarono, dando vita a prodotti nuovi, internazionali e stilisticamente unici, unitamente ad una mentalità più industriale: ma il carattere artigianale delle ceramiche non è mai mutato ed esse sono tutte fatte manualmente, il che le rende uniche senza che ce ne sia mai una uguale all’altra! La storia della ceramica è documentata con estrema precisione nel Museo della Ceramica di Vietri Sul Mare e le ricerche archeologiche hanno, appunto, fatto risalire questa straordinaria arte all’epoca etrusca. È soltanto al XVIII secolo che si data però l’arte della riggiola, cioè di decorare mattonelle, che si differenziano da quelle napoletane per i colori più tenui: i manufatti assumono delle sagome meno slanciate e il turchese diventa uno dei colori predominanti. Il procedimento di creazione è lungo e complesso ed inizialmente l’argilla viene lavorata al tornio, per poi venire cotta in forno e successivamente subire una smaltatura: piatti, vasi, riggiole, piastrelle per arredamenti interni e arredamenti esterni, la produzione vietrese è molto varia, ricca di idee atte a soddisfare le più svariate esigenze. Gli artigiani di Vietri sono coloro che più di chiunque altro, hanno contribuito , nel tempo, a rendere questi luoghi famosi in tutto il mondo e meta di
continue visite di turisti letteralmente rapiti dai colori e dalla bellezza di queste creazioni e addirittura molti ristoratori, per incentivare la diffusione dei manufatti artigianali, hanno aderito all’iniziativa Il Piatto del Buon Ricordo: le pietanze vengono servite in piatti decorarti esclusivamente a mano, che al termine della cena i commensali possono portare a casa come ricordo della visita. La tradizione oggi non si è mai interrotta e passeggiando per Vietri è possibile imbattersi in piccoli laboratori artigianali che portano avanti tradizioni familiari secolari. Una fabbrica di ceramiche, inoltre, situata all’ingresso del paese, dà il benvenuto agli avventori. A raccontare la storia di questi gioielli ci pensa poi il bellissimo Museo della Ceramica, situato a Raito, ma anche e soprattutto le strade di Vietri con le ceramiche incastonate nei muri che contribuiscono a rendere la Costiera Amalfitana uno dei posti più belli e suggestivi al mondo dove la tradizione si inserisce a metà tra storia e patrimonio culturale.