E’ stata prorogata fino al 9 maggio la mostra “China goes Urban” al Mao, il Museo d’Arte Orientale di Torino che aveva dato avvio alla programmazione autunnale volgendo uno sguardo al futuro, e lo ha fatto attraverso una mostra originale dal titolo “China Goes Urban. La nuova epoca della città”, curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers, in collaborazione con la Tsinghua University di Pechino e Intesa Sanpaolo.
Come spiega il sito del progetto, nel 1978, il 18% della popolazione cinese abitava nelle aree urbane. Da allora, gli abitanti delle città sono aumentati al ritmo di circa l’1% all’anno e sono attualmente il 60% del totale della popolazione. Nuove infrastrutture e nuovi insediamenti hanno progressivamente cambiato il paesaggio, trasformando i diritti di proprietà, travolgendo i confini amministrativi, “mangiando” gli spazi rurali e i villaggi.
Davanti ai nostri occhi scorre il veloce e dirompente processo di urbanizzazione cinese. Capirlo non è semplice: le categorie e i modelli che abbiamo a disposizione non servono. Ridurre l’urbanizzazione cinese all’esagerazione e al difetto porta a nascondere un cambiamento epocale che ridefinisce ruoli e relazioni, non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche dal punto di vista culturale, dell’immaginazione e delle possibilità. Un cambiamento reso ancora più acuto da questi tempi incerti, segnati dalla pandemia.
China Goes Urban propone di cambiare punto di vista, di guardare alla realtà più che inserirla in categorie e modelli prestabiliti. È un invito a ritornare a esplorare il mondo, un viaggio nella città e nell’architettura del presente e del futuro e intorno al concetto di città: un concetto apparentemente semplice, che tutti pensiamo di conoscere e di capire, ma che si frantuma nella molteplicità che caratterizza l’urbano del nostro tempo.
Interessante la proposta didattica mirata per le scuole, a cura dei servizi educativi del Mao.
Dopo la visita della mostra China goes urban, infatti, in laboratorio i ragazzi verranno invitati a creare modellini di case e palazzi. I modellini di case e palazzi saranno in argilla per costruire città di terra; questa proposta è adatta a tutte le età. Si rivolge invece ai bambini dagli 8 anni la proposta di costruire modellini di case, ponti e palazzi in carta e cartone, realizzati per dare vita ad un plastico di “classe”. In fase di prenotazione alla visita guidata alla mostra, va quindi specificato quale laboratorio voen scelto dai docenti per i propri alunni in base alla classe frequentata. C’è anche un secondo ramo di attività per i bambini, quello relativo alle trasformazioni. Il percorso, in questo caso, prevede la visita della mostra e, in laboratorio, la realizzazione di miniature di città e ambienti su fogli di acetato utilizzando permanent marker. In un gioco di sovrapposizioni e sottrazioni si osserveranno le trasformazioni del paesaggio. Questo secondo approccio è consigliato per bambini dai 10 anni in su.
I servizi educativi propongono anche attività per famiglie, la domenica pomeriggio. Per info consultare il sito www.maotorino.it