C’è un tratto comune nelle cerimonie di commemorazione. Che sia un anniversario, una data storica, la celebrazione di una fondazione, il ricordo di un evento significativo, che sia per pochi/e o per molti/e vediamo sempre che lo sguardo va automaticamente al passato. Si cerca di ritornare indietro, al momento in cui “il fatto” è successo e, piano piano, fare il percorso fino a oggi; difficile poi che si vada oltre, passando per il presente, e muovendo lo sguardo verso il futuro.
Ci avete fatto caso?
Fa quindi piacere leggere dell’iniziativa della Coop di Mezzago, nella provincia di Monza e Brianza, e del suo Presidente, Vittorio Pozzati, di celebrare i 100 anni di fondazione della cooperativa con un libro dedicato ai bambini e alle bambine e la decisione di piantare un bosco.
Una decisione che guarda doppiamente al futuro di quel territorio: narrando la storia della cooperativa ai giovanissimi e alle giovanissime che tra qualche anno magari lavoreranno lì e piantando alberi per prendersi cura dell’ambiente e della natura che alimenta le attività di questa realtà economica. Così, il 27 settembre 2020, tutti e tutte nel bosco a immettere nuova vita green per lo sviluppo del verde e del territorio!
Certamente sono passati molti anni e molti cambiamenti nella storia della cooperativa. Anche ora, siamo in un momento storico di transizione, in cui molti elementi ideativi e ideologici sono e stanno cambiando. E questo si rispecchia anche nella Coop. Il movimento cooperativo è anch’esso totalmente cambiato rispetto al passato. È nella naturale evoluzione delle cose, anche se spesso questi cambiamenti si danno un po’ per scontati e non ci si prende il tempo per analizzarli, per capirne la genesi e il significato.
“Cooperazione” ha significato lavorare sul mercato basandosi sui valori della collaborazione, del “fare rete; aggregarsi per superare la debolezza che deriva dall’essere “piccoli” in un mondo di “grandi” realtà produttive.
Oggi, questo spirito di cooperazione ha perso vigore, per tutta una serie di motivi. Siamo diventati/e molto più individualisti/e. In passato le persone si associavano, perché così facendo risolvevano dei problemi. Ora, sembra che l’associazione sia, al contrario, una fonte di problemi, una diminutio della libertà di decisione e di azione autonoma di ciascuno/a. Purtroppo, pur non avendone le capacità, molti/e pensano di poter fare da soli/e e di improvvisarsi imprenditori/ici. Non è purtroppo così.
Quanto ha pesato nell’indebolimento dell’esperienza cooperativa l’associazione con alcuni principi ideologici, riflette Pozzati? Serve dunque liberarsi di queste associazioni, tornare alle origini e riscoprire i vantaggi del lavorare insieme. In questo specifico frangente economico, significa agire in maniera congiunta sul mercato per contrastare gli stra-vantaggi delle multinazionali.
Per questo la Coop di Mezzago, nata per una piccola e media distribuzione, lavora oggi nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO). L’idea è quella di creare collettivi di imprese per entrare sul mercato. E (possibilmente) per restarci! Per ora, l’iniziativa coinvolge una media rete di produttori vitivinicoli.
Allargare la collaborazione, creare network di cooperative, questa è l’idea di Vittorio Pozzati.
Anche la sua cooperativa, d’altra parte, è il risultato di aggregazioni successive di cooperative preesistenti.
Per questo, le cooperative di zona hanno inventato una giornata di festa dal titolo “La fatica dei salmoni”, ossia, una giornata di incontri e scambio di idee. Anche Vittorio Pozzati, in sostanza, sente di andare controcorrente rimarcando l’importanza del riconoscere il valore del “noi” rispetto a quello dell’”io”.
Che poi, il suo, è il tentativo di creare iniziative di lavoro.
Di organizzarsi per resistere alla concorrenza di colossi che possono sfruttare economie di scala.
Il progetto è semplice: vendere prodotti di qualità a prezzi onesti, cercando di fare il massimo, organizzando collaborazioni con altri/e.
Come l’iniziativa, promossa nel 2000 con Luigi Veronelli, per l’attribuzione all’asparago rosa di Mezzago del riconoscimento di DeCo (Denominazione di originale Comunale). Iniziativa che all’epoca suscitò polemiche con l’Unione Europea. Dissio, peraltro, prontamente rientrato quando si chiarì che il marchio non era un’attribuzione legata alla qualità del prodotto (di competenza europea), ma un riconoscimento del territorio di provenienza e una sua valorizzazione. L’esperienza fu poi oggetto di studio e di replica anche da parte di altri Comuni italiani.
Pozzati, Presidente della Cooperativa d Mezzago e per diversi anni anche Amministratore locale, è una persona pragmatica e attenta alla crescita economica locale. Non si nasconde pertanto che le iniziative di sviluppo produttivo e lavorativo che porta avanti, devono essere sostenute da adeguate politiche sociali. È questo che fa la differenza a livello di Paese, in fondo.
Il suo sguardo rivolto al futuro è un chiaro segnale che altri progetti e proposte vedranno la luce per sua iniziativa. Sicuramente, un pensiero concreto e lungimirante come il suo è sempre il benvenuto!