Vuoti a rendere, un testo di Maurizio Costanzo, con protagonisti eccellenti Paolo Ferrari e Valeria Valeri, rappresenta uno spettacolo teatrale nel quale vengono abilmente riepilogate le vicende di una coppia di lungo corso. Pur avvezzi ad una consolidata frequentazione – si supporrebbe anche condita dell’inevitabile ragionevole volersi bene – Isabella e Federico riescono ancora a pungersi, ed efficacemente, nel nervo più scoperto. La richiesta, fatta loro dal figlio, che vuole abitare la casa dove i genitori, ormai anziani, hanno a lungo vissuto, diventa la miccia in grado di scatenare l’incendio dei ricordi, dei rimpianti, dei “non detti” a lungo abilmente taciuti. Non si tratta solo di oggetti, da mettere in valigia, un baule che, non a caso, ingombra in parte lo spazio scenico, sono pezzi di vita, in alcuni istanti da maneggiare con cautela, in attesa del poco agognato trasloco nella futura casa, in campagna.
Malgrado la leggerezza dei toni e la grazia di una recitazione ironica, ma non esondante, quasi picchiettata nei tempi del dialogo, nella piece teatrale trova spazio una narrazione essenziale, che indugia nel rimpianto e, soprattutto, anela a ciò che si teme di non poter più desiderare.
Nonostante Isabella continui ad incitare un riottoso quanto tremebondo Federico a separarsi da ciò che è stato – ormai non si muore più, tanto trapiantano tutto, queste le parole con le quali la moglie pungola il marito – la prospettiva di riadattarsi alla rappresentazione di una fase della vita, impoverita di abitudini, muove la necessità di ricreare equilibri nuovi.
Indubbiamente diversi, in grado, però, di alimentare una godibile e realistica fiducia nel presente, magari, come piace ad Isabella, sognando ancora un po’.
Riferimento
https://www.youtube.com/watch?v=SIy58WfmX_0
la foto è tratta da http://www.apriteilsipario.it/archivio/panoramica07-08/schede/schede/sch069.htm