IL DUOMO DI TORINO E LA SACRA SINDONE

Il Duomo è una delle mete più suggestive e amate da chi visita Torino, che custodisce il simbolo più sacro della cristianità: la Sindone. Costruita nell’ultimo decennio del 1400 (tra il 1491 e il 1498), è stata edificata in un’area dove prima sorgevano le tre chiese paleocristiane dedicate a San Salvatore, a Santa Maria de Dompno e a San Giovanni Battista. Il Duomo voluto fortemente dai Savoia e dal Cardinale Domenico della Rovere, è stato realizzato su progetto dell’architetto fiorentino Neo del Caprina da Settignano. La chiesa ha pianta a forma di croce latina e l’architettura interna è dominata da un’ampia navata centrale. Questa, segnata da pilastri in pietra di Susa, è fiancheggiata da due navate minori lungo le quali corrono mura perimetrali al cui interno sono state ricavate 13 cappelle nelle quali hanno lavorato molti artisti. La facciata del Duomo è tutta in marmo bianco con timpano e tre portali decorati da rilievi. I suoi tratti evidenziano le linee delle navate che dividono gli spazi interni. Sulla parte centrale, quella più alta, vi è il frontone triangolare, mentre le due laterali sono sormontate da volute che mascherano le falde dei tetti. Nel corso del 600 il Duomo è stato ampliato per permettere di conservare al meglio la Sacra Sindone, che nel frattempo era stata portata a Torino dalla famiglia Savoia. Si realizzò la cappella nella chiesa, a pianta interna circolare, opera dell’architetto Guarino Guarini, commissionata appunto da Emanuele Filiberto di Savoia per conservare il sacro lenzuolo. Al centro della cappella sorge l’altare, di fattura barocca come quest’ultima ed opera di Antonio Bertola. All’esterno del Duomo si può notare il campanile, in tutto il suo splendore e i suoi 63 metri, voluto dal Vescovo Giovanni di Compeys,in mattoni rossi e detto di Sant’Andrea è stato realizzato intorno al 1470 e sopraelevato nel 1720 dall’architetto Filippo Juvarra.Il Duomo ha subito nel tempo diversi rimaneggiamenti, come il rifacimento della navata centrale nel 1656, l’aggiunta di affreschi nel 1834 e la loro eliminazione durante i lavori di restauro condotti tra il 1927 e il 1929. Ma la modifica più importante rispetto al progetto originario riguarda sicuramente l’inserimento nel complesso religioso della cappella che ospita il telo. Ricordiamo inoltre il museo Diocesano che si trova nella chiesa inferiore della cattedrale che ospita al suo interno molti resti storico artistici tra cui anche quelli delle tre chiese paleocristiane. Nella notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997 un incendio ha gravemente danneggiato la cupola e la cappella del Guarini in cui era conservata la Sindone. Salvata dai vigili del fuoco, venne realizzata una nuova teca in cui il sacro lino è conservato. Secondo le disposizioni date da una commissione scientifica nominata dall’Arcivescovo di Torino, il Cardinal Giovanni Saldarini, la Sindone è disposta in posizione distesa, piana e orizzontale. Inoltre la teca è in vetro antiproiettile, a tenuta stagne, in assenza di aria e con un gas inerte, protetta dalla luce e dagli altri agenti atmosferici. Il sudario in cui venne avvolto il corpo di Cristo non è di norma visibile al pubblico; viene esposto solo in determinati periodi che prendono il nome di ostensioni, le più recenti sono avvenute nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 e 2015. La Sacra Sindone è uno dei grandi misteri della religione cristiana. E’ un lenzuolo funerario di lino su cui si può scorgere l’immagine di un uomo, torturato e crocefisso. I tratti e i segni di questa figura sono compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù, di conseguenza i fedeli e anche alcuni esperti sostengono che quel lenzuolo sia stato usato per avvolgere il corpo di Cristo nel sepolcro. Ovviamente non esiste una prova certa della sua autenticità ed è considerato un oggetto di grande fascino, mistero e un segno di fede. La comunità scientifica si sta , ancora oggi, interrogando sulla sua veridicità. Una prova molto interessante è quella ricavata nel 1988 dall’analisi del carbonio 14, che ha permesso di datare il lenzuolo tra il 1260 e il 1390. La datazione potrebbe però dipendere dal prelievo dei campioni analizzati da parti rammendate dopo l’incendio, che colpì il lino, nel 1532 a Chambery. Dal XX sec. la Chiesa cattolica ha scelto di non esprimersi ufficialmente sulla questione dell’autenticità, che peraltro non è argomento fondamentale di fede, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come icona della passione di Gesù. Diversi Pontefici moderni, da Papa Pio XI a Papa Giovanni Paolo II hanno inoltre espresso il loro personale convincimento a favore dell’autenticità. Nella sua ultima ostensione del 2015, 2 milioni di fedeli si sono radunati per pregare sotto il sudario simbolo del calvario di Gesù. La storia della Sindone, sia quella documentata che parte dal 1353, sia quella supposta, passa da vicende alterne, come scomuniche, incendi e furti, fino a farla giungere dove oggi è conservata, al Duomo di Torino. Non sappiamo ancora se la Sacra Sindone sia o no un falso, quel che è certo è che nel 2019 questo oggetto “ religioso” non smette mai di stupire.

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