‘La spia dei Borgia’. L’ultimo avvincente thriller di Andrea Frediani ci condurrà tra i misteri del più celebre delitto della Roma rinascimentale

“«Siete stanco, santità?». Il consueto zelo del maestro di cerimonie Burcardo riscosse il pontefice dal torpore cui si era abbandonato alla fine dell’udienza. I convenuti si erano congedati da un pezzo, ma il capo della cristianità trovava gravoso perfino alzarsi dal trono e dirigersi verso il suo cubicolo, nell’adiacente torre che aveva fatto costruire nel Palazzo Apostolico”.

È la Roma rinascimentale a far da sfondo a questa storiaccia da basso impero; città splendente, ricca, opulenta, affascinante, e soprattutto potente, ma anche città di delitti ed intrighi, di vendette e di passioni che esplodono improvvisamente e tutto devastano.

Città del papa, della sua corte nobiliare, e di artisti famosi chiamati qui a celebrare la loro magnificenza, ma anche città di assassini, mendicanti e prostitute, il volto nascosto della sua bellezza, quello sepolto nei suoi oscuri vicoli, dove di notte, è sempre meglio non avventurarsi, se non si è a caccia di guai, ma che diventano importanti quando ci sono da risolvere poi, certe questioni indicibili.

E Roma osserva, silente, ma partecipe, lo svolgere di una intensa trama oscura ed intricata, un delitto efferato, che terremota i palazzi del potere e scatena l’ira del pontefice Alessandro VI, quel Rodrigo Borgia, il cui solo nome farebbe impallidire chiunque a quel tempo.

Andrea Frediani affronta così, uno tra i cold case più noti della storia rinascimentale, il delitto di Giovanni Borgia, figlio del pontefice, trovato nel Tevere, colpito a morte da nove coltellate.

Chi è stato è un mistero, chi ha osato sfidare l’autorità di Rodrigo Borgia, chi ha avuto l’ardire di privarlo di uno tra i suoi affetti più cari, scombinandogli ogni piano, sono le domande che troveranno risposta in uno tra i più suggestivi romanzi thriller storici mai scritti: ‘La spia dei Borgia’, edito da Newton Compton.

La penna di Frediani, come lama tagliente, penetra nelle viscere di questa torbida storia, scava tra le sue inquietanti membra, raccontando la vicenda storica, la bellezza e i misteri della Roma papalina, avviluppata al potere, ma caricandola di un pathos vero e sanguigno, intrecciandola con una storia frutto della propria fantasia, per giungere a scoprire il vero volto dell’assassino.

Nasce così, un romanzo avvincente, che riesce a tenere incollato alle sue pagine il lettore, trascinato dentro i torbidi misteri dell’efferato delitto; un romanzo ricco di colpi di scena, che gioca sapientemente con la storia e la fantasia, confondendo piacevolmente il lettore, che non riuscirà a sottrarsi al fascino di proseguire nella lettura, alla ricerca del misterioso assassino.

“I Borgia erano fieri e orgogliosi, perfino arroganti, e in tal modo si erano ritagliati uno spazio sempre più ampio sul palcoscenico politico”.

Gioca facile, Andrea Frediani, puntando sui Borgia, simbolo di famiglia feroce e corrotta, connubio perfetto tra potere e peccato, con le loro perversioni, i loro intrighi, le loro atroci vendette; eppure l’abilità narrativa di Frediani sarà capace di stupirci ancora, rievocando un efferato delitto storico, e tessendo su di esso, una trama efficace, che non lascia nulla al caso, mai banale né scontato, che prenderà per mano il lettore, lo immergerà nella Roma dei Borgia, e lo trascinerà dentro i più inquietanti misteri alla ricerca di quel feroce assassino.

“Quanto più gravi sono i peccati che abbiamo commesso, tanto più lo è l’ammonimento che ci invia il Signore”.

Rodrigo Borgia è uomo potente, giunto al culmine del suo trionfo, il suo piano politico si sta avverando; è riuscito, con inganni, sotterfugi, vendette e violenza ad accentrare sempre più il potere nelle sue mani, ma troppi ostacoli ha dovuto superare, molti nemici combattere, con l’astuzia e l’abilità propria di “uomini passionali e sanguigni” come lo sono, appunto i Borgia.

Ora è un uomo di sessant’anni, e dopo la morte brutale di suo figlio, “qualcosa era cambiato in lui. La forza che lo aveva spinto ad affrontare con determinazione e spregiudicatezza ogni difficoltà era venuta improvvisamente meno, facendolo sentire finalmente il vecchio spossato e logoro che avrebbe dovuto essere alla sua età”.

Tanti i rimorsi che affiorano in lui, anziano, su come ha governato la Chiesa, amministrato il potere, gestito la sua famiglia; quei rapporti conflittuali tra i suoi figli, divisi tra gelosie ed invidie, il ruolo di Lucrezia, una vera mina vagante dentro la famiglia, i rapporti con il suo amore, finito perché non smetteva di rincorrere amanti, lo hanno trascinato alla solitudine che stava vivendo.

“Alessandro si lasciò trascinare volentieri dai pensieri che le immagini evocavano, grato al loro autore di avere il potere, con la sua arte, di distoglierlo almeno per qualche istante dal suo dolore”.

E, poi c’è quel delitto efferato che gli ha strappato via il figlio prediletto, e che non può assolutamente rimanere impunito. Per questo ha mobilitato tutta Roma, alla ricerca di indizi utili a scoprire il colpevole, e, soprattutto, a rintracciare la guardia del corpo, l’uomo dal volto coperto, che doveva proteggere Giovanni Borgia, e che, misteriosamente, è scomparso nel nulla.

E per una serie di coincidenze si troverà invischiato in questa caccia all’uomo pure il pittore di corte, il celebre Pinturicchio, che, spinto dalla brama di sua moglie Grania, passerà dai pennelli ad indagare per conto del pontefice, coinvolgendo gli altri grandi artisti che vivevano a Roma, da Michelangelo a Filippo Lippi al Perugino, che diventeranno gli occhi e le orecchie di Rodrigo Borgia. Vere spie assoldate dal pontefice, che, sotto copertura, dovranno trovare indizi utili per smascherare l’assassino di suo figlio, districandosi con fatica, tra possibili mandanti, probabili nemici e potenziali complotti orditi contro il potente papa; perché qui nulla è come sembra, e tutti possono essere il potenziale assassino, tanto è lunga la lista dei nemici dei Borgia.

E l’intrigo diventa così il vero protagonista del romanzo di Andrea Frediani, il motore che muove tutto, e che rende a con più coinvolgente la lettura del romanzo stesso.

“Era il suo modo di denunciare l’assassino del duca di Gandia, ma anche di vendicare Isabella. Quando il papa se ne fosse accorto, avrebbe compreso il riferimento e avrebbe deciso lui cosa fare della propria famiglia. Ma in quel momento, lui avrebbe fatto in modo di essere lontano. Lontano dalla vendetta dei Borgia

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