“Con Shimon Peres scompare uno degli uomini che più ha segnato la storia del ventesimo e del ventunesimo secolo. Del moderno Stato di Israele è stato uno dei padri fondatori, una delle figure che maggiormente ne ha plasmato la storia, l’identità e la visione” le parole della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, riassumono il valore e l’impegno dello statista israeliano scomparso.
Dall’aliyá familiare all’esordio in politica sotto la guida di Ben-Gurion, nel 1977 Peres divenne capo del partito laburista, dopo la caduta del Governo Rabin, succeduto a Golda Meir per la Guerra del Kippur, in cui era Ministro della Difesa, carica già ricoperta da Moshe Dayan.
Partecipò ai trattati di pace con l’Egitto e fu fautore della Good Fence, comprendendo che il benessere dello Stato di Israele passava per la pacificazione del vicino oriente, assicurando la sicurezza interna soprattutto dagli attentati kamikaze. Da allora la sua posizione di mediazione ed ascolto di visioni contrastanti per bisogni convergenti, lo fece annoverare da falco a colomba all’interno del Partito, riconoscendo l’inutilità di un così sanguinoso conflitto.
Uomo di cultura, passione, impegno, coraggio, dotato di una visione strategica ad ampio raggio non comune, determinato a perseguire il cammino della pace con tenacia e costanza. La sua lunga vita politica, caratterizzata da grandi incontri e notevoli complessità, resta esempio universale per il dialogo tra le genti, in una terra martoriata da lotte perenni. Il suo messaggio di fratellanza ed amicizia tra i popoli, veicolato con capacità e sensibilità fuori dal comune, è stato riconosciuto con il Nobel della Pace insignitogli nel 1994 insieme a Yitzhak Rabin e Yasser Arafat per gli sforzi finalizzati al processo di pace nel Vicino Oriente, culminati con gli Accordi di Oslo.
“Ci ha lasciato Shimon Peres, l’ultimo dei fondatori dello Stato di Israele. Per una vita intera ha servito Israele e il popolo ebraico, lottando sempre per la pace, anche quando sembrava obiettivo irraggiungibile. Il suo esempio continuerà a essere un modello per noi tutti. Che il suo ricordo sia in benedizione” il comunicato dell’Unione giovani ebrei d’Italia.