Mentre il mondo è assorbito dalle preziosissime informazioni diffuse dai media, quali la nascita del Regal Pargolo britannico, gli ultimi colpi di calcio mercato ed il viaggio fantastico del Papa in Brasile, dalla Russia arrivano notizie Un po’ meno rilevanti ma comunque degne di nota: proseguono le grandi manovre dell’esercito russo che si sta –per l’appunto- esercitando su larga scala in modo eguale se non superiore .
Come rivela “La Voce della Russia”, le truppe russe sono state allertate per un’imponente esercitazione militare che si sta svolgendo mella zona orientale del Paese. Il numero complessivo delle truppe che partecipano alle manovre si aggira sulle 160 mila persone, con circa 1000 carri armati e autoblindo, 130 aerei e elicotteri di diverse tipi di aviazione e 70 navi della Marina Militare. Inoltre, un numero imprecisato di bombardieri strategici in grado di trasportare armi nucleari è stato messo in allerta.
Secondo le fonti giornalistiche russe, si tratta della più grande esercitazione nella Russia post sovietica. A sentire invece il parere di qualche osservatore un po’ più allarmista, potrebbe non essere un caso che le manovre militari siano state indette pochi giorni dopo il bombardamento del 5 luglio scorso da parte di Israele di un deposito di missili russi Yakhont in Siria.
Come rivela l’AGI, le esplosioni sono da attribuire a raid aerei delle forze israeliane contro alcuni depositi di armi della città portuale siriana, in particolare per distruggere i missili russi Yakhont che Israele considera una minaccia per le sue forze navali nel mediterraneo orientale.
Le forze armate israeliane non hanno voluto commentare le notizie date dall’emittente televisiva CNN. Da quando è cominciato il conflitto, Israele ha lanciato un certo numero di raid aerei all’interno del territorio siriano, affermando che lo scopo era essenzialmente di evitare che armi sofisticate possano cadere in mano di gruppi militanti. La notizia è riportata anche dall’Israel National News.
Già il 28 maggio di quest’anno, La Repubblica riportava alcune dichiarazioni del ministro israeliano della difesa, il quale affermò che Israele “saprà cosa fare” se la Russia consegnerà i missili S-300 al regime siriano. La Russia si rifiutò di precisare se tali armi fossero state già consegnate o meno.
“Non posso né confermare né smentire notizie relative alla fase in cui si trova il processo di consegna degli S-300”, afferma Sergei Ryabkov, ministro degli Esteri russo. “Consideriamo queste forniture un fattore stabilizzante e riteniamo che questi passi dissuaderanno qualche testa calda dal considerare scenari che potrebbero trasformare (la crisi) in un conflitto internazionale con il coinvolgimento di forze straniere”.
Viene da chiedersi se la massiccia esercitazione bellica, che Putin ha voluto fosse caratterizzata dalla “piena prontezza al combattimento” sia solo un esercitazione di routine, oppure se è motivata dall’attacco da parte di Israele ai depositi russi in Siria.
Se così fosse, potremmo essere sulla soglia di un grave conflitto armato in Medio Oriente che, nella più sciagurata delle ipotesi, potrebbe rapidamente estendersi a tutto il mondo. Tanto basterebbe a giustificare un interessamento, almeno minino, da parte dei media internazionali. Soprattutto perchè non è facile scavare tra i notiziari in lingua russa e andare a fondo in questa storia, ma per i giornalisti occidentali è più importante sapere quanto peserà il Royal Baby.
Giampaolo Giudice