Noah : una storia di vita virtuale

 3noahLa comunicazione oggi è tutto ed esistono strumenti che ci permettono di praticarla puntualmente e di cui troppo spesso abusiamo. Infatti, riceviamo e mandiamo informazioni costantemente, spasmodicamente ed in maniera compulsiva, grazie agli smartphone ed ai tablet: basta avere una connessione internet ed il mondo sarà sempre alla portata di uno switch.
Chi di noi, nel trascorrere il tempo a computer, non è solito avere tante finestre aperte allo stesso tempo? Solitamente una è per il lavoro, l’altra per le chat, l’altra per curiosità varie. E facciamo tutto questo assieme, instancabilmente, quotidianamente.
Noah è un corto di 17 minuti presentato al Toronto International Film Festival che ci racconta questo modo di vivere votato alla comunicazione spasmodica, inserendoci direttamente in un’insanità multitasking che oggi sembra essere alla base dei rapporti sociali.
Il film, che ha già avuto un notevole successo di critica, sta letteralmente spopolando nel web: a partire dal 9 settembre, data di inserimento su Youtube, il video ha guadagnato più di un milione di visualizzazioni.
Ideato dagli studenti canadesi di cinema Walter Woodman e Patrick Cederberg, questo short-movie rappresenta in maniera efficace e chiara la mancanza di comunicazione nella cultura digitale attraverso la storia di due giovanissimi fidanzatini che ha luogo in uno scenario molto particolare.
I 17 minuti di Noah, infatti, si svolgono unicamente sullo schermo del Mac del giovane protagonista, fatta eccezione per alcune, rapide inquadrature che si soffermano sullo schermo del suo Iphone: ma restiamo comunque nel tema della medesima vita virtuale che, in base alle sue offerte, rallenta o accelera i ritmi interni di chi vi è coinvolto.
Il tutto ha inizio quando l’adolescente inserisce la password per accedere al suo computer, al suo universo: non vediamo mai in faccia il ragazzino, se non attraverso la minuscola finestra del suo account Skype. Ciò che verrà presentato in maniera indiretta ma del tutto efficace è la sua personalità, il suo mondo, la sua vita riflessa nel web. Le attitudini ed il carattere di Noah non saranno un mistero poiché avranno delle puntuali risonanze in quello che scrive, nel suo rapido divincolarsi fra tante altre piccole attività del web, senza focalizzarsi su nessuna di esse in particolare, spaziando fra Facebook, Skype, Youporn e Chatroulette.
Fin dall’inizio siamo indotti a capire che Noah è fidanzato, grazie alla foto di sfondo del laptop, seppur non molto nitida, che ritrae una giovanissima coppia: ciò che importa non sono i volti, ma le dinamiche della loro relazione, il modo in cui avviene la loro comunicazione. È proprio questa ad essere il nucleo centrale di questo racconto sulla cultura digitale.
Quando Noah viola l’account Facebook della fidanzata Amy le cose precipitano ed il resto del film, che non vi verrà svelato, si baserà tutto su quest’azione.
Non importa quanti anni avete o se magari siete dei giovanissimi che riescono a percepire il dramma di chi apre una finestra di conversazione Facebook e scopre che il messaggio che aveva inviato è stato visualizzato senza ricevere alcuna risposta.
Noah vi rapirà, vi farà riflettere a lungo; e, chiaro, vi terrà incollati davanti lo schermo per un altro po’.

Michela Graziosi

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