E’ il 22 settembre 2016 quando il parlamento polacco esamina un disegno legge che se fosse approvato vieterebbe qualunque tipo di forma di aborto, in un paese la Polonia dove la pratica dell’interruzione di gravidanza è piuttosto ristretta a pochi casi.
La proposta di legge è stata votata per la prima volta dalla camera bassa polacca il 23 settembre 2016: dove 267 deputati su 460 hanno provato il disegno di legge che ora affronterà altri due passaggi parlamentari. La proposta nello specifico dice che bisogna limitare l’aborto unicamente nei casi in cui la donna incinta è in pericolo di vita. Il disegno di legge arriva grazie alla proposta ufficiale da parte di alcuni gruppi religiosi cattolici (con l’appoggio della Conferenza episcopale polacca) e dal partito conservatore Diritto e Giustizia (Pis) che da diversi mesi discute con le istituzioni europee su una riforma della Corte Costituzionale. La Polonia ha già una legge (tra le più restrittive d’Europa) approvata nel 1993 dove l’aborto è consentito fino alla venticinquesima settimana solo in tre casi: pericolo di vita della madre, malformazione del feto e lo stupro. Dopo la grande marcia di protesta da parte delle donne, la Polonia fa un passo indietro sulla legge anti aborto. Davanti alla grande “portata” delle manifestazioni del 3 ottobre 2016 da parte delle donne polacche, il 6 ottobre i parlamentari e il governo conservatore del Pis hanno preferito non rischiare la crisi politica decidendo così di respingere il disegno di legge. Una legge che di fatto avrebbe inasprito ulteriormente la legge in vigore poiché avrebbe introdotto il divieto totale di interruzione di gravidanza, rendendo così illegale la pratica. Per la prima volta i conservatori fanno un passo indietro e i loro oppositori di sinistra e centro ricevono un incoraggiamento da parte della popolazione in una questione piuttosto delicata. Per una piccola evoluzione nello scenario politico ancora tante battaglie si dovranno aprire.
Noemi Deroma