Siamo a luglio e questo è tempo di vacanza. C’è chi parte ora e chi partirà il mese prossimo. C’è anche chi rimane a casa e chi – in tempo di crisi – non ha più neanche quella. In estate la vacanza costituisce un tema per tutti. Sui giornali abbondano gli articoli su dove andare, come andare vestiti, con chi andare, quale abbronzante portarsi dietro e quale costume lasciare a casa. Insomma quella parte dell’anno dedicata al riposo e al vuoto (vacanza significa nient’altro che questo) finisce con l’essere irreggimentata in piani e programmi, ‘must-have’, ‘must-be-there’, ‘to-do&to visit-lists’, e dunque addio relax. Leggiucchiando qua e là mi imbatto in una serie di articoli di Arianna Huffington pubblicati sull’inserto settimanale D di Repubblica. Il direttore dell’Huffington Post, un successo editoriale planetario incominciato nel 2005, dedica molti articoli all’importanza della mindfulness, vale a dire la consapevolezza, della meditazione e del riposo. Sì è proprio lei l’alfiere del sonno, del diritto di dormire almeno otto ore per notte. Un’esperienza personale dolorosa ha fatto sì che la Huffington aprisse finalmente gli occhi sulla propria vita. Il 6 aprile del 2007 l’hanno trovata riversa in una pozza di sangue nel suo ufficio. La sua creatura editoriale esisteva già da due anni e all’epoca lei lavorava 18 ore al giorno. Fino al crollo per esaurimento nervoso: è svenuta e ha battuto la testa contro lo spigolo della scrivania. Dal quel momento la sua vita ha cambiato passo e Cambiare Passo è proprio il titolo che ha dato al suo libro uscito per Rizzoli lo scorso febbraio. L’autrice ha scoperto il valore del riposo, avversando con energia quella mentalità folle e purtroppo molto diffusa seconda la quale una persona meno dorme, più lavora e maggiormente diventa degna di rispetto e di approvazione. I dati riportati nel libro sugli effetti dannosi del superlavoro fanno rabbrividire. Negli USA lo stress costa alle imprese circa 300 miliardi di dollari l’anno, e la privazione del sonno ne costa altri 63. Nel Regno Unito dal 1991 le prescrizioni di antidepressivi sono salite del 495%! Nel Vecchio Continente, dal 1995 al 2009, l’uso degli antidepressivi è cresciuto al ritmo del 20% l’anno. Nel 2011, La Germania ha perso 59 milioni di giorni di lavoro per via dei disturbi psicologi. In America più di 20 milioni si drogano e più di 12 milioni ricorrono ad antidolorifici senza alcuna ragione. Sono 9 milioni gli americani che per dormire prendono i sonniferi. A tutto questo Arianna Huffington contrappone “una terza metrica”, vale a dire un differente parametro per valutare il successo non più basato sulla quantità di danaro e di potere, ma su quattro parole-chiave: benessere, saggezza, capacità di stupirsi, dono. Riportare con delicatezza la mente ed il cuore al momento presente, essere aperti verso il mondo e verso l’altro al quale bisogna imparare a donare qualcosa di noi, sapersi stupire guardando le cose familiari con occhi nuovi precetti che Eckhart Tolle quando nel suo The Power of Now scrive: “Qualunque cosa contenga il presenta, accettala come se l’avessi scelta tu stesso. Accettala e poi agisci. Lavora sempre a favore, non contro. Fai del presente un amico, un alleato, non un nemico. Sarà questo a trasformare miracolosamente tutta la tua vita”.
Pasquale Musella