Nel Medioevo si conosceva solo il termine ‘elettore’: sanguinose rivoluzioni durate secoli e contributi letterari e personali di uomini di significato, hanno portato al ‘cittadino’ come oggi inteso in certe società. Eppure in molti, troppi luoghi se si chiede a valenti irreprensibili professionisti o ad altrettanto morigerati ed attivi imprenditori o anche a semplici cittadini: ma perché non ti presenti per offrire i tuoi contributi di capacità e di operosità al servizio della comunità e alla sua edificazione e miglioramento? E la risposta comune e generale che si ottiene è quasi sempre la medesima: “a perdere tempo in mezzo a quella gente?” E quale è “quella gente”? Episodi ricorrenti della vita comune e vicende giudiziarie quotidiane danno la risposta a tale deprimente costatazione.
Salvo le immancabili eccezioni che però confermano una regola terribile, a cariche di potere e di pubblica gestione incontriamo personaggi politici che sicuramente hanno tutte le virtù di questo mondo ma non quelle di saper guidare e indirizzare e modellare una società: cioè gente che non serve, che cura esclusivamente e scientificamente il proprio elettorato, che non ha alcuna idea della società e della democrazia, nonché nessuna idea della cultura e dei valori, personaggi che vivono a spese della collettività da trenta e quaranta anni, di regola senz’arte né parte, stranamente accomunati tutti dalla eloquenza forbita e raffinata: senza nulla e niente aver dato, senza nulla e niente aver lasciato di gratificante: sono questi i più determinati e spregiudicati che sempre più numerosi si buttano nella mischia elettorale, avendo ben capito dove è il miele facile e come gustarlo.
Si è pervenuti a tale livello di degradazione che le riunioni/congressi di partito si svolgono ormai col gerarchetto e cioè il segretario di zona, il segretario provinciale, il politico ormai radicato sul territorio, il faccendiere, lo ’sbardella’ del momento, i politici nelle istituzioni locali, che si portano appresso ognuno i propri accoliti e la propria claque …e il congresso è fatto, gli amici e i protetti e i portaborse salgono di carica o promossi ad incarichi pubblici, il tutto nella completa e totale ignoranza non tanto degli iscritti rimasti quanto dei veri cultori e militanti della idea.
Arriviamo al punto: un ‘cittadino’ come più sopra identificato, non assisterebbe mai ignavo ed inerte a tale spettacolo di assalto alla mangiatoia, di disastri ambientali e paesaggistici, di vuoti morali ed etici, di degrado sociale, né tanto meno ne sarebbe inconsapevole promotore.
La comunità invece che così normalmente e facilmente elegge al servizio del bene pubblico i personaggi deleteri di cui sopra, non è una comunità di ‘cittadini’ perché il ‘cittadino’ come detto, è vigile, partecipa, scende in piazza se necessario… Sia quando vota, sia dopo alla resa dei conti con il suo eletto, è costantemente presente, critico, attento e quando il caso, pronto alla contestazione: è consapevole del suo ruolo civile. La disgrazia che imprigiona il nostro Paese e la nostra Terra in special modo, è l’assenza, quasi la scomparsa del ‘cittadino’ e il consolidarsi ed affermarsi al suo posto della figura dell’ ‘elettore’, al posto del ‘senso civico’ si trova ‘l’individualismo’, ‘il particolarismo’: ‘uomini politici’ che fanno semplicemente ridere nella loro pochezza e trivialità morale, hanno il solo merito di aver tramortito e rimbecillito i loro ‘elettori’ con favoritismi e piaceretti e promesse e raccomandazioni da quinto mondo, assicurandosene il suffragio tanto che tali ‘elettori classici’ possono dare e ridare senza remora alcuna il proprio voto ai suddetti personaggi che hanno umiliato e avvilito l’ambiente e il territorio e gli animi o che si sono distinti per latrocini e similia o che hanno bivaccato lautamente la propria esistenza sulla pelle della collettività ben acquattati sulla loro poltrona senza mai nulla aver dato o fatto.
La palingenesi cioè un percorso nuovo, non vien dunque dall’elettore come comunemente inteso: può venire unicamente dal cittadino e non dall’opera del singolo perché possibile preda di ritorsioni e di rappresaglie e di altri pericoli: bensì dall’associazionismo, dalla diretta massiccia consapevole partecipazione degli elettori alla vita pubblica: ed è solo in questo caso che si può parlare di ‘cittadini’. E perciò tutte le forme di associazioni e di sodalizi, sportivi, sindacali, sociali, di categoria, professionali, la Scuola soprattutto e prima di tutti, debbono assolutamente sentirsi coinvolte e scendere in piazza o comunque far sentire e conoscere la propria presenza e partecipazione nei luoghi idonei: questo è il momento della selezione vera delle donne e degli uomini scesi nella tenzone politica dei prossimi giorni.
Michele Santulli