Franceschini (CNA Federmoda): “Spero che il governo Renzi cominci a prestare attenzione alla moda e al made in Italy, ponendo quelle condizioni per lo sviluppo che creano posti di lavoro e fanno muovere l’economia”.
“Mi auguro che Matteo Renzi, adesso che è a capo del governo, si interessi al comparto moda così come ha fatto quando era sindaco di Firenze, e che con lui finalmente cambi l’ottica con cui la politica ha sempre guardato al settore: con tanto interesse di facciata e tanti proclami ma poche azioni concrete”: Antonio Franceschini, presidente di CNA Federmoda, commenta così le prime mosse del nuovo governo Renzi a proposito di imprese, rilancio economico e politiche giovanili. Lo fa all’università La Sapienza, durante il secondo appuntamento annuale dei seminari con i Professionisti della moda, organizzati dal corso di laurea in Scienze della moda e del costume, dibattito incentrato sul futuro dei giovani nella piccola e media impresa italiana. Un rapporto vivace e proficuo, stando alle dichiarazioni di Franceschini, che sottolinea come- nonostante le oggettive difficoltà ad avviare un’impresa, dovute anche alla mancanza di supporto finanziario e ai problemi legati alla fase della commercializzazione dei prodotti-, sono moltissimi i giovani tra i 24 e i 30 anni che decidono di aprire una propria attività, e che “andrebbero seguiti maggiormente fin dalla formazione pratica, non solo a livello nazionale ma anche regionale, perché c’è ancora troppo scollamento tra la preparazione teorica fornita dalla maggior parte dei corsi universitari e quella pratica necessaria in azienda”. Quelli della formazione e della ricerca sono temi su cui Franceschini insiste molto- ricordando ad esempio come solo da meno di dieci anni anche le aziende del settore moda possano usufruire delle detrazioni fiscali sulle spese di ricerca e prototipia- e sottolineando invece il peso del comparto moda nell’economia italiana, con un fatturato che supera i 60miliardi di dollari annui. Fatturato che può crescere anche in considerazione delle tendenze emergenti del settore, che vanno nella direzione in cui l’Italia eccelle da sempre, quella del virtuosismo produttivo fatto di prodotti belli, fatti bene, nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni dei lavoratori, valorizzando la filiera e invertendo nettamente la tendenza alla delocalizzazione della produzione. La manifattura d’eccellenza come base della nuova economia italiana, quindi, naturale elemento di rilancio della produzione e dell’occupazione- con un occhio sempre attento alla globalizzazione e all’ecommerce per essere presenti su scala mondiale-, cui CNA Federmoda ha dedicato una delle sue ultime e più interessanti iniziative: quella che prevede la possibilità- per quei titolari di aziende che non hanno la possibilità di veder continuare l’attività da figli o familiari- di non chiudere, ma di entrare in contatto con giovani che vogliano imparare la professione ed eventualmente rilevare l’azienda, con contratti facilitati e a condizioni economiche agevolate. Un ulteriore passo nei confronti di un settore in fortissima difficoltà da anni, quello delle pmi, che rappresenta il tessuto economico italiano e che trova risposte da privati e associazioni di categoria, in attesa di una risposta della politica che, si augura Franceschini, “almeno con questo governo non venga banalizzato, ma sia preso seriamente in considerazione una volta per tutte”.