L’epidemia non è soltanto sanitaria ma ha ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico.
La crisi economica ha provocato disturbi psichiatrici con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo secondo i dati dichiarati dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia.
Con il prolungarsi dello stato di emergenza e delle restrizioni alla socialità, al lavoro, alla possibilità di programmare un futuro, siamo in molti sull’orlo di una crisi di nervi: dopo una fase iniziale in cui si è fatto il possibile per resistere e si combatteva soprattutto la paura del virus, ora sono subentrati l’esaurimento, la stanchezza, talvolta la rabbia. E ciò che preoccupa è soprattutto l’ondata di malessere mentale indotta dalla crisi economica e dalla mancanza di una comunicazione chiara sugli ammortizzatori sociali e sui ritardi apocalittici delle somministrazioni delle casse integrazioni e sui ristori quasi inesistenti.
Credo sia totalmente di parte dire che c’è una parte della popolazione più colpita perché la verità è che tutte le fasce sono state distrutte mentalmente dalla pandemia perché tutte hanno perso ogni possibilità di socialità. Ma in questo momento mi concentro sui dipendenti del settore privato della ristorazione che, abituati ad essere guidati in tutte le loro azioni, sono totalmente smarriti e cercano riparo nella rabbia nei confronti degli imprenditori che ahimè non hanno alcuna colpa del divulgarsi della pandemia data anche la lunga chiusura lunga più di un anno.
Siamo difronte ad uno scoraggiamento senza precedenti ed è dagli imprenditori che si dovrebbe partire perché sono loro a creare, fondare e a trainare eserciti di persone verso un obiettivo comune e costruttivo. Occorre puntare a rafforzare gli imprenditori senza dei quali l’Italia non può ripartire ed è indispensabile essere più vicini possibile ai propri dipendenti con i mezzi necessari. A partire dalla riapertura estiva alcuni imprenditori nella ristorazione hanno deciso di fornire gli strumenti adatti ad una ripresa psicologica fatta di pensieri positivi e motivazionali che diano la forza e la volontà di ricominciare con forza e coraggio e lo faranno avvalendosi del supporto di professionisti esperti nel settore psicologico.
Oggi la scienza sa dare risposte efficaci al bisogno di salute delle persone. Lo stiamo toccando con mano con il poderoso sforzo di ricerca che ha consentito di avere un vaccino contro Covid-19 con una rapidità impensabile soltanto dieci anni fa, ma è vero anche che nel settore della salute mentale c’è bisogno di più formazione e supporto alle aziende.